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Londra vissuta dagli Italiani ...

Paddington

Sintesi

Paddington è un'importante stazione ferroviaria. Due sono le stazioni della metropolitana analogamente denominate: una (Circle Line, Hammersmith & City Line) si trova a nord della citata stazione ferroviaria, un'altra a sud (Circle Line, District Line, Bakerloo Line).

Distanza dal centro: 3,2 miglia.

Attrattiva: discreta.

Descrizione dell'area attorno alla stazione

Uscendo dalla stazione ferroviaria, avete sostanzialmente due alternative: 1. Andando verso nord, trovate Paddington Basin, oltre cui, verso est, trovate lo spazio verde di Paddington Green e la Chiesa di St. Mary, non lontano dalla stazione della metropolitana di Edgware Road (Bakerloo Line), verso ovest, Little Venice, non lontano dalla stazione della metropolitana di Warwick Avenue; 2. Andando verso sud, trovate Praed Street. Se andate a sinistra, verso est, svoltate in London Street, raggiungendo lo spazio verde di Norfolk Square Gardens; se andate a destra, verso ovest, all'incrocio con Spring Street, dove vedete dei ristoranti italiani, entrate in Conduit Mews, per avere un'idea di come erano strutturate le scuderie a servizio dei palazzi della Nobiltà. Ritornate sulla strada, proseguite verso ovest, raggiungete Craven Road, osservate le vetrine dei tanti negozi, sino a Westbourne Terrace, ammirando esempi dell'Architettura tipica rappresentati da palazzi bianchi in stile.

Toponimo

La prima ricorrenza documentale del nome dell'area si ha il 1 aprile "anno domini dcccclix" = 959, quando "Dunstanus, Dei misericordia Londiniensis episcopus" (cioè Dunstan, Vescovo di Londra) proclama la conferma e donazione da parte di "Eadgarus Anglorum rex" (cioè il Re degli Inglesi Edgardo, che regnò dal 959 al 975) della "libertatis donationem" e "securitatis et incommutabilitatis privilegium" (cioè, di vasti privilegi e terre) "pro reverentia summi apostolorum principis Petri . ad basilicam ipsius quæ dicitur Westmonasterium" alla Chiesa di San Pietro dell''Abbazia di Westminster, tra cui, "Et illud praediolum in Padintune æcclesiæ praedicte". Da notare che "Padintune" ricorre identicamente nel 1050 e 1222. In merito alla valutazione della genuinità del documento, esso è ritenuto da tantissime parti "falso", addirittura "gloriosamente falso", "falso ed identico quasi identico ad altro documento", "lo stesso scriba scrisse un altro manoscritto e diversi documenti falsificati di Eduardo Il Confessore"; "falso, con note su un testimone", "falsificato a metà XII secolo, lo Scriba .... potrebbe aver scritto anche un altro manoscritto; sulla data, discute l'uso della foglia d'oro e di altri elementi decorativi; non c'è dubbio che Westminster avesse versioni precedenti della concessione di Dunstan". Successivamente, si legge "Paddingtone" (998), "Padington" (1042-1066, 1274. 1321), "Patintone" (circa 1110), "Padinton(e)" (circa 1110, 1168, 1185, 1224, 1291), "Padyngton" (1294, 1353, 1422), "Padynton" (1316), "Paddington" (1493), "Patyngton" (1398, 1493). A partire dal XVIII secolo, si legge anche di "Paddington Green". La derivazione e la conseguente interpretazione del termine non è univoca. Potrebbe derivare da Padre-ing-tün (Villaggio della prateria del padre), Pad-ing-tün (Villaggio della prateria del cavallo da soma o Tenuta/Insediamento associato ad un uomo chiamato Padda - nome personale Old English + -ing- + tün) o Pæding-tün (Villaggio della corsa/corrente di Pæd), Va osservato che nel Domesday Book (1086) si ritrova un'altra Paddington, ma nel Surrey, sotto la voce "Padendene", forse associata al nome della stessa antica Famiglia; tale questione è approfondita nella parte Storica.

Storia

Informazioni fondamentali sulla Storia dell'area sono fornite da Richard Newcourt in "Repertorium ecclesiasticum parochiale Londinense: An ecclesiastical Parochial History of the Diocese of London, containing an Account of the Bishops of that Sea, from the first Foundation thereof, ...." (1708); da John Dart in "Westmonasterium; or History and Antiquities of the Abbey Church of Westminster" Volume I (1723); da John Noorthouck in "A New History of London, including Westminster and Southwark" (1773); da William Maitland in "History of London from its Foundation to the Present Time (1756)"; da Daniel Lysons, alla voce "Paddington", in "The Environs of London" Volume 3, County of Middlesex (1795), alle pagine 328-341; da Francis Grose, in "A Classical Dictionary of the Vulgar Tongue" Terza edizione (1796), alla voce "Paddington"; da B. Lambert in "The history and survey of London and its environs from the earliest period to the present time" (1806); da Priscilla Wakefield in "Perambulations in London, and Its Environs: Comprehending an Historical Sketch of the Ancient State, and Progress, of the British Metropolis; a Concise Description of Its Present State, Notices of Eminent Persons, and a Short Account of the Surrounding Villages. In Letters. Designed for Young Persons" (1814); da William Robins in "Paddington: Past and Present" (1853); da John Timbs in "Curiosities of London: exhibiting the most rare and remarkable objects of interest in the metropolis;" (1855); da Benjamin Thorpe in "Diplomatarium Anglicum Aevi Saxonici: A Collection of English Charters Volume 1" (1865), pagin 195 segg.; da Edward Walford, sotto la voce "Paddington", in "Old and New London" Volume 5 (1878), pagine 204-224; da Herbert Francis Westlake in "St. Margaret's, Westminster: descriptive and historical guide" (1914); si leggono in "An Inventory of the Historical Monuments in London, Volume 2, West London" (1925), alla voce "Paddington" (pagina 86); sono fornite da T. F. T. Baker - Diane K. Bolton - Patricia E. C. Croot in "A History of the County of Middlesex: Volume 9, Hampstead, Paddington" (1989), alle voci "Paddington: Introduction" (pagine 173-174), "Paddington: Communications" (pagine 174-181), "Paddington: Growth, settlement and building to c.1800" (pagine 181-182), "Paddington: Building after c.1800" (pagine 182-185), "Paddington: Paddington Green" (pagine 185-190), "Paddington: Manors and Other Estates" (pagine 226-233), "Paddington: Economic History" (pagine 233-241), "Paddington: Local Government" (pagine 241-246), "Paddington: Churches" (pagine 252-259); da A. D. Mills in "A Dictionary of London Place-Names" (2010) e "A Dictionary of British Place Names" (2011); si leggono in "Brewer's Dictionary of London Phrase & Fable" (2011); in "Key to English Place-Names" (University of Nottingham), che traduciamo e sintetizziamo liberamente.

1. Eventi storici di rilievo

Dal "Toponimo", sapete della prima discutibilissima ed improbabile ricorrenza del nome dell'area nella concessione Anglo-Sassone del 1 aprile "DCCC.LIX" = 959, da parte di Eadgarus "Anglorum rex" all'Abbazia di Westminster alla presenza di "Dunstanus, Dei misericordia Londiniensis episcopus" (cioè Dunstan, Vescovo di Londra), in cui si legge "Et illud praediolum in Padintune aecclesiae praedicte". William Robins in "Paddington: Past and Present" (1853) scrive che "Il fatto che Paddington, nel Surrey, o 'Padendene' come era chiamata, fu menzionato nell'Indagine del Conquistatore (ndr Domesday Book, 1086), mentre Paddington, nel Middlesex, non fu notato, mi porta a credere che 'dene' o 'den' nel Surrey, fu il sito originario dei Pædings; e che la piccola località del Middlesex venne popolata e coltivata da una migrazione di una porzione di quella Famiglia dal den, quando divenne eccessivamente piena ...". In merito al tempo in cui sarebbe avvenuta tale migrazione, l'Autore aggiunge che "E' impossibile sapere; ma c'è poco dubbio che il primo insediamento venne fatto vicino al torrente, o ruscello, che scorreva attraverso la foresta.". E' probabile che al tempo della Conquista Normanna (1066) l'intero sito facesse parte della Grande Foresta del Middlesex, di cui solo piccole porzioni risultano essere appartenute alla Corona. John Dart, in "Westmonasterium; or History and Antiquities of the Abbey Church of Westminster", Volume I pagina 11 (1723), aggiunge che la Concessione del Manor di Paddington all'Abbazia di Westminster del 959, di cui all'inizio, venne poi confermata dai Re Enrico I (1100-1135), Stefano (1135-1154) ed Enrico II (1154-1189). Nel 1191, il Manor di Paddington venne dato da Walter, Abate di Westminster, al Convento di San Pietro di Westminster. Il citato Abate Walter sembra aver acquistato i diritti sul suolo da due fratelli, Richard e William de Padinton. Alla sua morte, il Manor di Paddington fu affidato ad un Elemosiniere per la celebrazione del suo anniversario, quando doveva tenersi una festa solenne, per la quale il citato Elemosiniere doveva provvedere, tra l'altro, a fornire al Convento dolci, frittelle, biscotti, un gallone di vino per ogni Frate, con tre buone elemosine, con buona birra in abbondanza per ogni tavolo, alla presenza dell'intera Confraternita, e, allo stesso modo, come in altre occasioni, il Cellario era destinato a trovare la birra per le solite feste o anniversari, nel grande boccale di cinque quarti. William Maitland (1693-1757), in his "History of London from its Foundation to the Present Time (1756)", racconta che nel 1439, l'Abate di Westminster concesse a Robert Large, Sindaco, ai Cittadini di Londra ed ai loro successori, "a head of water at Paddyngton", unitamente a tutte le sue sorgenti nel Manor di Paddington. In considerazione di tale concessione, la City doveva pagare per sempre al detto Abate ed ai suoi successori, alla Festa di San Pietro, due bacche secche della pianta del pepe. Ma qualora il prefissato lavoro avesse captato acqua dagli antichi pozzi nel Manor di Hida, allora la suddetta concessione sarebbe cessata e divenuta totalmente nulla. William Robins, in "Paddington, Past and Present" (1853), sottolinea che "gli Abati alla lunga, e lentamente, acquisirono a sè ed alla loro Casa, con o senza l'autorizzazione della Corona, sia il dominio spirituale che quello temporale su tali luoghi. Tuttavia, non tutti gli immobili di Westbourn e Paddington erano stati trasferiti, visto che accanto ai piccoli possessori, che ostinatamente preferivano i loro diritti ereditari ai lavori della carità o devozione, c'è buona ragione di credere che l'antica Famiglia De Veres possedesse una rilevante distesa di terra in questa Parish nel 1461.". Nel 1523, la strada per Paddington deve aver mostrato uno spettacolo divertente, quando il Priore di St. Bartholomew e tutti i suoi Confratelli, con dei Laici ed una varietà di carri e barche su furgoni, passarono per Paddington verso Harrow, dove avevano stabilito di fermarsi per due mesi, sino al trascorrere del giorno fatale in cui fu annunziato che il livello del Tamigi era improvvisamente salito ed inondato mezza Londra. Richard Newcourt, in "Repertorium Ecclesiasticum Parochiale Londinense" Volume I, pagina 703, scrive, inoltre, che dopo la soppressione dell'Abbazia, questa ed il Manor di Paddington vennero resi parte delle rendite della Diocesi di Westminster e quando tale Diocesi venne abolita, Eduardo VI (1547-1553) li diede a Nicolas Ridley, Vescovo di Londra, ed ai suoi succcessori, per sempre. Durante il Tardo Regno di Elisabetta I (1558-1603) ed il successivo primo Periodo Stuart, il Manor e le associate case della Tenuta vennero occupate dalla Famiglia Small (o Smale). Nicholas Small fece fare un ritrattdo di sua moglie Jane Small da parte dell'Artista Tedesco Hans Holbein Il Giovane (circa 1497-1543). Nicholas morì nel 1565 e sua moglie si risposò con Nicholas Parkinson di Paddington. Jane Small continuò a vivere a Paddington dopo la morte del suo secondo marito. La sua Manor House era abbastanza grande da essere stata fittata a Sir John Popham, Procuratore Generale negli anni '80 del XVI secolo. Gli eventi successivi relativi agli affittuari del Manor di Paddington sono riportati da Daniel Lysons, alla voce "Paddington", in "The Environs of London" Volume 3, County of Middlesex (1795), alle pagine 328-341. Il Manor di Paddington venne fittato durante il Regno di Enrico VIII a lungo termine a Richard Reade. Alla scadenza, nel 1626, il Vescovo Abbot lo trasmise, unitamente alla villa ed alla Canonica (Casa parrocchiale) a Sir Rowland St. John (quinto figlio di Oliver, Lord St. John of Bletsoe), per la vita sua, di sua moglie Sibyl e del loro figlio Oliver.  Sir Rowland morì nel 1645. L'anno successivo, venne effettuata un'indagine sul Manor per ordine del Parlamento, da cui risulta che le terre attaccate al Manor tenute a disposizione dal Lord per suo uso erano pari a 624 acri, la rendita 41£. 6s. 8d. La grande casa in cui aveva vissuto Sir Rowland St. John era allora occupata da Alderman Bide. "The manor of Paddington, wth ye appurten'ces" venne poi venduto dai Commissari Parlamentari a Thomas Browne, per 3.958 sterline, 17 scellini e 4 pence. Stando ai conti della Parish, Browne era Lord del Manor ancora nel 1657. Dopo la Restaurazione (nel mese di gennaio 1661) Oliver St. John, l'unico sopravvissuto nell'affitto (era Baronetto), morì senza averlo rinnovato; per cui, la Tenuta andò al Vescovo Sheldon, che la concesse ai suoi nipoti Sir Joseph Sheldon e Daniel Sheldon. Il fitto continuò per tale Famiglia per diversi anni, venendo rinnovato di tempo in tempo, godendo dei profitti del Manor per circa ottanta anni. Nel 1741, venne comprato da Sir John Frederick, per passare poi a Sir John Morshead e Robert Thistlethwayte, per diritto delle loro mogli Elizabeth e Selina, figlie e coeredi di Sir Thomas Frederick, deceduto e nipoti di Sir John Frederick. John Timbs, in his "Curiosities of London" (1855), riferisce che verso la metà del XVIII secolo, quasi l'intera Paddington era divenuta terra da pascolo, oltre 1.100 acri, e gli abitanti della Tenuta Vescovile vi tenevano centinaia di mucche. John Noorthouck (1732-1816), un noto Topografo di Londra, in "A New History of London, including Westminster and Southwark" (1773), scrive che "Londra può essere detta includere due Cities, un Borough e quarantasei antichi villaggi", di cui fa l'elencazione, indicando anche Paddington. Francis Grose, sotto la voce "Paddington" in "A Classical Dictionary of the Vulgar Tongue", Terza edizione (1796), definisce "Paddington Fair Day" come "An execution day, Tyburn being in the parish or neighbourhood of Paddington. To dance the Paddington frisk; to be hanged." (ndr In Inghilterrra, le esecuzioni pubbliche vennero abolite nel 1868). La popolazione di Paddington fu a lungo scarsa. Edward Walford, sotto la voce "Paddington", in "Old and New London" Volume 5 (1878), pagine 204-224, ricorda, infatti che verso la fine del XVII secolo, Paddington era ancora un piccolo e piacevole sito rurale approssimativamente ad un miglio dalla strada a pedaggio di Tyburn lungo Harrow Road. Sembra che abbia conservato il suo carattere rurale anche successivamente, come si ricava da un brano che Priscilla Wakefield scrisse nel 1814, per descrivere la sua visita a questo remoto e rustico villaggio: "From Kensington we journeyed northward to Paddington, a village situated on the Edgware Road, about a mile from London. In our way thither we passed the Lying-in Hospital at Bayswater, patronised by the Queen." La medesima configurazione veniva riportata da B. Lambert, in "History and Survey of London and its Environs ...": "a village situated upon the Edgware Road, about a mile from London", la cui descrizione poteva ancora considerarsi non del tutto mutata sino all'ascesa al trono della Regina Vittoria, quando la scelta di farne il terminale della Great Western Railway finì per far assorbire Paddington dalla Metropoli Londinese. Poiché le prime registrazioni della Parish risalgono al 1701, i dati precedenti possono solo essere stimati dai "Subsidy Rolls". E' probabile che al tempo di Enrico VIII (che regnò dal 1509 al 1547), non vi fossero più di cento persone, mentre, all'atto dell'ascesa al Trono di Giacomo II (1685), la popolazione era salita a poco più di trecento anime. Persino nel 1795, il villaggio conteneva solo 341 case e, attribuendo in media 5 persone a famiglia, la popolazione complessiva era all'incirca formata da 1.700 persone. Ciò spiega perché la dimensione piccola, se non trascurabile, per secoli di Paddington, legittimò il paragone fatto da George Canning: "As London to Paddington, So is Pitt to Addington.". In aggiunta, per lungo tempo, anche la situazione economica fu precaria. Infatti, Edward Walford, alla voce "Paddington", in "Old and New London" Volume 5 (1878), pagine 204-224, sottolinea come le entrate per la posizione di Vicario o Rettore (c.d. "Living") a Paddington erano talmente esigue che era difficile per il Vescovo trovare persone disposte ad assolvere a tale funzione. Durante l'Epoca Tudor ed il principio di quella Stuart, il Parroco di Paddington non raggiungeva la soglia ritenuta di ricchezza pari a quaranta sterline annue (secondo il modello del Pastore Charles Goldsmith: "Passing rich on forty pounds a year"). Infatti, sino al 1626, questi poteva contare su sole dieci sterline all'anno. Una prova di come Paddington fosse afflitta dalla miseria fu la morte in una miserabile topaia, nel 1813, di un noto Accattone del West End, sopra il cui torace vennero rinvenute più di 200 sterline (che vennero reclamate da una donna che condivideva con lui la lucrosa attività ....). Tra i suoi effetti personali, venne rinvenuto un foglio in cui il defunto registrava le entrate ricavate chiedendo l'elemosina nelle diverse parti di Londra. Le dimensioni limitate, la lentezza nella crescita e la situazione di povertà di Paddington, spiegano come mai Paddington venne trascurata dallo Storico ed Antiquario John Stow (1525-1605), dallo Storico e Biografo John Strype (1643-1737), l'unico riferimento essendo rappresentato dalla voce "Lisham" (Lisson) "Grove" nell'Indice come "vicina a Paddington", dal Parlamentare Samuel Pepys (1603-1703), dallo Scrittore John Evelyn (1620-1706), non venne citata per nome dallo Storico, Antiquario e Politico Horace Walpole (1717-1797), apparentemente ignorata dallo Scrittore Samuel Johnson (1709-1784) e dall'Avvocato James Boswell (1740-1795). Lo stesso dicasi per la Scrittrice e Riformatrice sociale Elizabeth Montagu (1718-1800). Lo Scittore Charles Dickens (1812-1870) ed il Giornalista George August Henry Sala (1828-1895) scrissero poco sul tema. Se si osserva una Mappa di Londra del 1823, Paddington appare ancora distinta da Londra, presentando Edgware Road come confine occidentale. Un ruscelletto corre da nord a sud attraverso Westbourne Green, parallelo con Craven Place. La lunga isolatezza di Paddington incise negativamente sul livello culturale dei residenti. Robins, in "History of Paddington" osservava che "Although the people of Paddington lived at so short a distance from the two rich cathedral marts of London and Westminster, they made apparently no greater advances in civilisation for many centuries than did those who lived in the most remote village in the English 'shires.' The few people who lived here were wholly agricultural, and they owed every useful lesson of their lives much more to their own intelligence and observation than to any instruction given them by those who were paid to be their teachers." Tuttavia, lo stesso Autore informa che nonostante la carenza di istruzione fornita dalla Parish Church e da altre Istituzioni pubbiche, in qualche modo, si rimediava presso le birrerie, dove vennero fondati dei circoli di discussione. Nel 1798, quando Cary pubblicò il suo "Road Book," c'erano dieci diligenze che collegavano ogni giorno Paddington con Londra. William Robins, in "Paddington: Past and Present" (1853), sottolinea la crescita di Paddington nel corso del precedente ventennio: "A city of palaces has sprung up here within twenty years. A road of iron, with steeds of steam, brings into the centre of this city, and takes from it in one year, a greater number of living beings than could be found in all England a few years ago; while the whole of London can be traversed in half the time it took to reach Holborn Bars at the beginning of this century, when the road was in the hands of Mr. Miles, his pair-horse coach, and his redoubtable boy," long the only appointed agents of communication between Paddington and the City. The fares were 2s. and 3s.; the journey, we are told, took more than three hours; and to beguile the time at resting-places, "Miles's Boy" told tales and played upon the fiddle. Charles Knight also tells us that "at the beginning of the present century only one stage-coach ran from the then suburban village of Paddington to the City, and that it was never filled!". Nel 1840, venne inaugurata la stazione della Great Western Railway, che tra banchine di partenza e di arrivo, uffici, capannoni ed officine, copriva diversi acri di terreno. Dal punto di vista Architettonico, la sua caratteristica principale era rappresentata dal suo tetto triplo di vetro e ferro, eretto poco dopo la Grande Esposizione del 1851, ritenuta uno dei primi adattamenti al principio di costruzione su scala gigantesca, che fu successivamente copiato, approssimativamente, per quasi tutte le grandi stazioni di Londra. La lunghezza dell'edificio era pari a 263 yarde, la larghezza 93 yarde, mentre il tetto alto non meno di 70 piedi. Naturalmente, la stazione stimolò lo sviluppo edilizio. La Paddington House veniva descritta come "a handsome brick edifice, on the east side of the Green." Si dice che fosse stata fatta costruire da un certo Signor Dennis Chirac, che avendo fatto fortuna come Gioiellere con la Regina Anna, successivamente, decise di ritirarsi qui in campagna. La casa venne poi convertita in negozi ed abbattuta nel 1876. Ultimo elemento che riteniamo utile ricordare è "St. Mary's Hospital", in origine "Marylebone and Paddington Hospital". La pietra di fondazione venne posta dal Principe Consorte, nel giugno 1845. Il primo reparto aprì nel 1850. La costruzione, di mattoni rossi coperti da pietre, venne fatta su progetto di Thomas Hopper e. J. H. Wyatt.

2. Chiesa di St. Mary - Paddington Green

Nel corso del tempo, sul sito sono state costruite tre Chiese. La Prima Chiesa in ordine di tempo era antica. Infatti, Herbert Francis Westlake, in "St. Margaret's, Westminster: descriptive and historical guide" (1914), sottolinea come il Distretto, in tempi remoti, fu parte della estesa Parish di St. Margaret (Westminster), come risulta dal fatto che la sua Chiesa fu, per un secolo o due, se non più a lungo, una specie di Cappella di servizio, soggetta al Rettore o Vicario di St. Margaret, come continuò dopo la soppressione dei Monasteri sotto Enrico VIII, quando il Manor di Paddington venne dato alla nuova creata Diocesi di Westminster, alla cui abolizione, poco dopo la salita al Trono di Eduardo VI (che regnò dal 1547 al 1553), il Manor andò al Vescovo di Londra, Ridley, ed ai suoi successori. Tale originaria prima Chiesa, essendo divenuta "old and ruinous", venne abbattuta verso il 1678. William Robins in "Paddington : Past and Present" (1853) mostra alle prime pagine le immagini di "he Old Church at Paddington" e " The New Church, Paddington Green", che sono nell'ordine, la seconda e la terza Chiesa di cui andiamo a raccontare. Lo stesso dicasi nel supplemento di "Gentleman's Magazine" per il 1795. La Seconda Chiesa, dedicata a San Giacomo (St. James), venne fatta costruire da Sir Joseph Sheldon, Sindaco di Londra e Daniel Sheldon, a cui venne fittato il Manor da Sheldon, Vescovo di Londra (poi Arcivescovo di Canterbury), durante il Regno di Carlo II (1660-1685). Al tempo della Seconda Chiesa risalgono i primi documenti della Parish, datati 1701. Due zitelle comprarono cinque acri di terra per farvi svolgere un evento che doveva celebrare la beneficenza di cui avevano usufruito in un momento di estremo bisogno: la distribuzione di pane, formaggio e birra tra gli abitanti, la domenica precedente Natale. In particolare, il pane veniva gettato dall'alto del Campanile, in modo che si riducesse in pezzi. Ciò è riportato da diverse fonti: 1. "Grub Street Journal" di martedì 21 dicembre 1736: "Bread and Cheese Charity: "On Sunday, after divine service, was performed the annual ceremony of throwing bread and cheese out of Paddington Church steeple among the spectators, and giving them ale. The custom was established by two women, who purchased five acres of land to the above use, in commemoration of the particular charity whereby they had been relieved when in extreme necessity."; 2. Daniel Lysons, alla voce "Paddington", in "The Environs of London" Volume 3, County of Middlesex (1795); 3. Priscilla Wakefield, in "Perambulations of London, and Its Environs" (1814): "The strange custom is observed, on the Sunday before Christmas Day, of throwing bread from the church steeple, to be scrambled for by the populace, in consequence of a gift from two maiden ladies.". La Seconda Chiesa in discorso conteneva diversi monumenti (alcuni dei quali traslati nella Chiesa che venne poi edificata), tra cui uno dedicato ad un tale Peter Coste, un Francese rifugiatosi a Londra per motivi Religiosi, dove rimase diversi anni, occupandosi principalmente di letteratura ed editoria, traducendo testi inglesi nella sua lingua-madre. Tornato a Parigi, ivi morì in tarda età nel 1746. L'iscrizione a lui dedicata recitava: "Cenotaphium in memoriam Petri Coste, Galli, Anglorum civitati donati, Annâ regnante; qui se licet semper infra titulos putavit, curavit pro viribus ex quo tempore musas amare et colere cepit, ut quædam pars sui vitaret Libitinam. Deum Opt. Max. suspiciens, venerans, ejusque in numera immerito in se collata beneficia recolens, obiit Parifiæ, anno 1746.". Una curiosa lastra all'acquaforte della vecchia Chiesa di Paddington risale al 1750. Tale Seconda Chiesa si trovava a circa otto yarde a nord dell'attuale edificio (il terzo di cui leggerete tra poco) ed il suo sito si poteva ancora vedere tra le tombe, che si trovavano dentro e fuori di essa. Era una costruzione semplice ed ordinata, con un corridoio ed una sola navata, e con una torre dell'orologio ed una cupola nel terminale occidentale, sul tipo delle Chiese di campagna del Sussex, e la sua caratteristica veniva rafforzata dalle foglie scure di antichi alberi di tasso. Nel 1787-1788, un atto del Parlamento autorizzò il suo abbattimento e la ricostruzione di una nuova Chiesa. Tale atto, nel Preambolo, specifica le condizioni rovinose della Seconda Chiesa, dedicata a San Giacomo: "è una struttura molto antica, ed in tale stato di rovina che non può essere convenientemente riparata, ma deve essere abbattuta e ricostruita, per guinta, è così piccola che un quarto degli attuali abitanti in detta Parish non possono riunirsi per le celebrazioni religiose". La ricostruzione della nuova Chiesa si estese ad un pezzo di terra non coltivato accanto al Cimitero, prevedendo anche una raccolta nazionale e nominò quarantacinque Amministratori fiduciari, capeggiati da Sir John Morshead e Robert Thistlethwayte. La pietra di fondazione venne posta il 20 ottobre 1788. La nuova Chiesa, denominata Chiesa di St. Mary - Paddington Green, venne consacrata il 27 aprile 1791. Notiamo che poiché abbiamo trovato la notizia dell'abbattimento della pregressa Chiesa nel 1791, desumiamo che finché non entrò in funzione la nuova, la vecchia venne utilizzata in qualche maniera, visto che per giunta sappiamo che i due siti non coincidevano esattamente, anche se erano contigui. Venne progettata da John Plaw, al'intersezione tra Harrow Road (Sassone) e Edgware Road (Romana). Una stampa raffigurante la Chiesa, riportata nell'European Magazine di gennaio 1793, mostra la costruzione esistente, ma sull'altro lato della strada, si vede di fronte all'entrata meridionale, un grande stagno, "in which stakes and rails stand up after the most rural fashion". Si tratta dell'unica costruzione residua di Plaw, se si eccettua una casa a Belle Isle (West Midland) ed è una deliziosa piccola costruzione Giorgiana di mattoni gialli con rivestimento di pietre, a croce greca, la cui piazza centrale si trova sotto una cupola bassa sostenuta da quattro colonne, le cui quattro corte braccia presentano volte basse segmentate. Quelle esterne, formano un Coro, con una finestra veneziana, mentre altre braccia reggono sezioni di una galleria a tre lati. La facciata meridionale rappresenta quellla principale, il cui frontone del portico toscano è più grande del portico di entrata semicircolare ad ovest. La volta è sormontata da una torre con orologio ed una cupola. Il costo complessivo della ricostruzione ammontò a seimila sterline. Una copia del citato European Magazine faceva la seguente descrizione: "It is seated on an eminence, finely embosomed in venerable elms. Its figure is composed of a square of about fifty feet. The centres, on each side of the square, are projecting parallelograms, which give recesses for an altar, a vestry, and two staircases. The roof terminates with a cupola and vane. On each of the sides is a door: that facing the south is decorated with a portico, composed of the Tuscan and Doric orders, having niches on the sides. The west has an arched window, under which is a circular portico of four columns, agreeable to the former composition.". La Chiesa di St. Mary cessò di essere la "Parish Curch" di Paddington nel 1845, quando venne rimpiazzata dalla Nuova Chiesa di St. James.

3. Little Venice

Ne abbiamo trattato nell'ambito di una specifica pagina web trattando dei Canali di Londra.

City of Westminster - Visita guidata

Norfolk Square Gardens

Norfolk Square Gardens

Cartello pubblicitario di un ristorante italiano

Cartello pubblicitario di un ristorante italiano

Conduit Mews

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Negozio

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Negozio

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Westbourne Terrace

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Edifici in stile

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