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Londra vissuta dagli Italiani ...

Isle of Dogs

Toponimo

L'area ha cambiato tre volte la denominazione: dall'originario "Pontefract" o "Pountfreit" (o espressioni similari), a "Stepney Marsh" (o "Stepney Marshes" o espressioni similari), per divenire l'attuale "Isle of Dogs". Come spiegato nella "Storia", infatti, il nome si ritrova la prima volta come "(de) Pontefracto" (1166). Successivamente, si ritrova come "(apud) Pontem Fractum" (1230), "(Manor of) Pontefracto" (1303), "Pountfreit in com' Midd'" (1307), "Ponfrayt upon Thames" (1323), "(de) Ponteffracto super Tamisiam" (1334), "Pountfreyt" (1358, 1458), "Pomfreyth" (1363), "Marsh of Stebenhite" (1365), "Pomfret" (1366), "Stebenheth" o "Stebenhithe" o "Stebynghethe" o "Stebynhethe" (1376), "Pountfreit in Stepheneth Mershe" (1432), "Pountfreyt" (1430), "Isle of Dogs" (1520), "Ile of Dogges" (1558), "Isle of doges ferm" (1593), "The Ile of Dogs" (circa 1641), "Isle of Doggs" (1769), "Poplar Marshes or Isle of Dogs" (1799).

Sintesi

Data la lunghezza dei paragrafi successivi, per consentire al lettore una più agevole comprensione dell'oggetto di questa pagina web, anticipiamo una sintesi dei contenuti. I primi tentativi di bonifica di quest'area un tempo paludosa (Marsh = Palude) risalgono al Medioevo, quando questo acquitrino fu gradualmente trasformato in campi di grano e pascoli. Tuttavia, dovettero trascorrere diversi secoli prima che gli argini offrissero una protezione affidabile dalle ricorrenti inondazioni, consentendo, così, la creazione di bacini fluviali ed industrie. Nel 1802, l'apertura dei West India Docks trasformò la porzione settentrionale della penisola, rendendo, in qualche modo, quella meridionale una sorta di isola. Nel 1815, vennero aperte nella parte interna due strade a pedaggio, ma solo dopo diversi decenni delle persone povere iniziarono a risiedere nell'area. Negli anni '50 del XIX secolo, William Cubitt urbanizzò la parte sud-orientale della penisola, con industrie lungo il Fiume e case all'interno. Poco dopo, vennero aperte le banchine a Millwall, di modo che, industrie legate a tali attività e case per i relativi lavoratori riempirono gran parte della metà occidentale. In aggiunta, sia dopo la Prima che la Seconda Guerra Mondiale, progetti di edilizia comunale su larga scala portarono qui molte persone dall'East End. Fino agli anni '70, l'attività relativa ai "Docks" predominò sulla Isle of Dogs. Tuttavia, l'aumento continuo della dimensione delle navi da carico e la containerizzazione portarono all'affermazione di Tilbury e dei porti costieri a spese dei "Docks" di Londra. Di conseguenza, West India Docks e Millwall Docks chiusero nel 1980. Nel 1981, la loro proprietà passò dalla Port of London Authority alla London Docklands Development Corporation (LDDC). Fu l'inizio di un enorme progetto basato su pianificazione dei cambiamenti dell'area, incentivi fiscali ed infrastrutture, di cui l'aspetto più evidente fu la Docklands Light Railway (DLR), tra Tower Gateway e Island Gardens, inaugurata nel 1987, quando iniziarono i lavori a Canary Wharf, il cuore della intera trasformazione. Al principio degli anni '90, l'effetto combinato di recessione e concorrenza da parte della City of London bloccò l'esplosione immobiliare, facendo crollare il valore dei terreni, tanto che interi lotti rimasero vuoti, con fallimento di tanti imprenditori edili. Tuttavia, l'inizio del XXI secolo, ha segnato un nuovo slancio, che ha superato quello iniziale: a sud-est dei Millwall Docks, una estremità fangosa venne salvata dallo sviluppo immobiliare e convertita in un Parco urbano e City Farm (fattoria urbana), come leggete in Mudchute. Verso ovest, St Paul's Church, una Chiesa costruita nel 1859, che aveva cessato di svolgere la sua funzione religiosa nel 1972, per essere completamente abbandonata alla fine degli anni '80, divenne "The Space", un Centro sociale dedicato alle Arti e Rappresentazioni. La parte settentrionale della Isle of Dogs è stata così talmente trasformata, da essere più simile ad un quartiere degli affari di una moderna città americana di qualsiasi altro luogo di Londra, mentre la parte meridionale è un misto di edifici tipo East End, case popolari, esclusivi complessi di appartamenti lungo il Tamigi.

Storia

Informazioni fondamentali sulla storia originaria dell'area si trovano nel "Liber niger Scaccarii: nec non Wilhelmi Worcestrii Annales rerum anglicarum, cum præfatione et appendice Thomæ Hearnii ad editionem primam Oxonæ editam, Great Britain. Exchequer, William Worcester B. White, 1774" pagina 50; in "The Letters and Charters of Gilbert Foliot. Abbot of Gloucester (1139-48), Bishop of Hereford (1148-63), and London (1163-87). Z. N. Brooke, C. N. L. Brooke, and A. Morey. Cambridge University Press. London. 1967"; in William Dugdale, "The history of imbanking and drayning of divers fenns and marshes: both in forein parts, and in this kingdom; and of the improvements thereby. Extracted from records, manuscripts, and other authentick testimonies" (1662), pagine 69-72; alla voce "Stepney: Manors and Estates", in "A History of the County of Middlesex: Volume 11, Stepney, Bethnal Green" (1998), pagine 19-52; in Walter C. Pepys e Ernest Godman, alla voce "Historical notes on church and parish", in "Survey of London Monograph 6, St Dunstan's Church, Stepney" (1905), pagine 7-11; in John Strype, in "Survey of the Cities of London and Westminster" (1720). Utili informazioni sulla storia successiva sono fornite da Daniel Lysons, alla voce "Stepney", in "The Environs of London: Volume 3, County of Middlesex" (1795), alle pagine 418-488. Ulteriori informazioni si trovano alla voce "Stepney: Economic History", in "A History of the County of Middlesex: Volume 11, Stepney, Bethnal Green" (1998), pagine 52-63; sono fornite da A.D. Mills in "A Dictionary of London Place-Names" (2010), il quale riporta molte ipotesi in merito all'origine delle denominazioni dell'area, senza, però, giungere ad una conclusione certa. Trovate, inoltre, ulteriori Fonti o Autori specifici all'interno dei singoli paragrafi; che traduciamo e sintetizziamo liberamente.

1.1 Pomfret o Pountfret - Stepney Marsh

Per conoscere la storia originaria dell'area occorre ricorrere al "Liber Rubeus", anche detto "Liber ruber Scaccarii" o "Liber Rubeus de Scaccario", un manoscritto del XIII secolo che riporta il testo di importanti documenti del Cancelliere dello Scacchiere. In Inglese, è noto come "Red Book of the Exchequer". E' un testo importantissimo per la Storia dell'Inghilterra, tanto che, nel 1898, John Horace Round (1854–1928), uno Storico e Genealogista del Medioevo Inglese, ritenne il "Liber Rubeus de Scaccario" secondo in onore solo al citato Domesday Book (1086), che aveva tradotto in parte. Orbene, siamo riusciti a reperire il primo volume del "Liber niger Scaccarii: nec non Wilhelmi Worcestrii Annales rerum anglicarum, cum præfatione et appendice Thomæ Hearnii ad editionem primam Oxonæ editam, Great Britain. Exchequer, William Worcester B. White, 1774". Alla pagina 50, è riportato il primo riferimento documentato relativo alla storia dell'area, che risale al 1166, quando nella CARTA EPISCOPI LONDONIAE DE MILITIBUS FEFATIS ET FEODIS SUIS TOTIUS EPISCOPATUS, si legge: "Willelmus de Pontefracto, tertiam partem militis.". Il citato Willelmus de Pontefracto (in Inglese, William of Pontefract), negli anni '80 e '90 del XII secolo, fu Amministratore del Vescovo di Londra a Stortford. Il secondo documento relativo alla Storia dell'area si riallaccia alla figura di Gilbert Foliot (circa 1110 – 18 febbraio 1187), un Monaco medioevale inglese, che fu di seguito Abate di Gloucester (1130-48), Vescovo di Hereford (1148-63) e di Londra (1163-87). Nel libro "The Letters and Charters of Gilbert Foliot. Abbot of Gloucester (1139-48), Bishop of Hereford (1148-63), and London (1163-87). Z. N. Brooke, C. N. L. Brooke, and A. Morey. Cambridge University Press. London. 1967, 316", si riporta che tra il 1163 ed il 1179, il Rettore si lamentò del fatto che William avesse costruito una Cappella sulla sua tenuta di Stepney. Il testo in Latino si legge in "Gilberti Ex Abbate Glocestriae Episcopi Primum Herefordiensis Deinde Londoniensis Epistolæ Di Gilbert Foliot Volume 1"(John Allen Giles  Edizione J. H. Parker 1845). Tra il 1163 ed il 1187, il Vescovo Gilbert Foliot concesse al suo vassallo Ralph Le Clerk di Stepney e suoi eredi le terre che Elfsus (Aelfsus), il padre di Ralph aveva posseduto, insieme ad un quarto di pascoli chiamati Sunewineshamme e due acri e mezzo di terra ad ovest e sud di una casa che il Vescovo aveva concesso a Ralph, e sue pertinenze, per 9s. 1d. annui. La concessione venne confermata nel 1196. Verso il 1200, i terreni bonificati di Stepney Marsh, compresi piccoli lotti chiamati Summerleas, Hedwynesfield, Tunamcroft, Newland e Stowland, erano campi aperti arabili. I nomi dei campi da quella data non indicano alcun sistema unificato di gestione comunale o di rotazione all'interno del Manor o della Parish. L'unico riferimento al pascolo sulle stoppie riguardava la proprietà fondiaria ed il bestiame del Lord, probabilmente perché il pascolo estensivo sui terreni incolti e prati riduceva la necessità di pascolo comune sui terreni arabili. Nel 1203, Salomon di Stepney reclamò 10 acri a Stepney contro Walter, figlio di Adam, e nel 1204–1205, il citato Salomon e suo figlio Daniel testimoniarono una concessione relativa a Stepney Marsh. Lo stesso Salomon di Stepney già citato possedeva anche terreni a Walmarsh (Wapping-Stepney). Concessioni di terre vennero testimoniate da Ralph già citato nel 1204-1205 per Stepney Marsh (Marsh = Palude) e da dal figlio Roberto nel 1216 per Walmarsh (Wapping-Stepney). Robert ebbe la conferma ha di una concessione da suo padre relativa alla proprietà piena di un terreno a Whitechapel o Wapping-Stepney. E che alcune delle terre di Ralph si trovassero a Wapping-Stepney e Shadwell è confermato dalla inclusione di una copia della concessione del Vescovo a Ralph nel Cartulario (raccolta di documenti) del Manor di Shadwell. William de Pontrefacto testimoniò una concessione a Stepney Marsh nel 1204-1205 e dovrebbe essere morto entro il 1216, quando lo stallaggio della sua terra fu concesso a Thomas Esturmy. Nel 1219 Terricus di Aldgate e suo fratello ottennero un acro a Stepney da John, figlio di Salomon di Stepney già citato. Prima del 1221, la Holy Trinity di Aldgate comprò da William de Clovilla per 8s. di fitto che Brice di Stepney e Ralph suo nipote (nepos) avevano pagato per Shadfliet a Stepney Marsh. La stessa area si ritrova in atti tra il 1244 ed il 1250 intercorrenti tra, da un lato, prima, Robert de Tessunt (o Teffunt), poi, Christine de Monasterio, dall'altro, i Canonici della Chiesa, la quale, probabilmente, nel 1261, rinunziò ai suoi diritti a favore di Walter Trentemars. Nei "Close Rolls of the Reign of Henry III, Preserved in the Public Record Office ... by Great Britain Public Record Office, H. C . Maxwell Lyte, Alfred Edward Stamp Published 1902", abbiamo trovato due riferimenti a "apud Pontem Fractum", ma non siamo certi che si riferiscano al nostro sito:

Thomas di St. Paul, che aveva rivendicato i diritti su Stepney dei Pontefract, nel 1241, vi rinunziò a favore di Richard, figlio di William of Pontefract e suoi eredi. Sir Richard of Pontefract (anche Pomfret) possedette i terreni nel XIII secolo e testimoniò atti relativi a terre a Stepney dagli anni '30 agli anni '60 di tale secolo. Nel 1283, Alice de Pontefract, la figlia di Sir Richard, concesse una "messuage" (casa principale con annesse costruzioni più piccole) e 2 acri nelle terre di Stepney a Nicholas de Castello, a cui Ralph de Herun e sua moglie Joan, sorella di Alice de Pontefract, concesere una "messuage" e pertinenze a Stepney. Altri terreni di Sir Richard erano contigui a queste proprietà. Nel 1302, John, figlio del citato Nicholas de Castello (o John atte Castle) e sua moglie Joan concessero e rinunziarono ai loro diritti sul Manor di Pountfreit e le sue terre, libertà tra cui sgravi (fiscali), demani, uomini liberi e servi della gleba, tutte le pertinenze del traghetto del Fiume, insieme con il diritto di "advowson" (nomina di un membro) della Cappella di Pountfreit e gli affitti da East Greenwich, a favore di Sir John Abel, servitore regale e custode delle terre della Regina. Il seguente 1303, Eduardo I, nel trentunesimo anno del suo Regno, visitò Pomfret, quando il sito è indicato come "Manor of Ponte-fracto" nei Calendar of Feet of Fines for London and Middlesex, 1197- 1569, ed. W. J. Hardy and W. Page, 2 vols., 1892-3.. Il testo completo è il seguente: "John Abel, and Margery, his wife, and John de Castello, and Joan, his wife. The manor of Pontefract (Ponte-fracto). Anno 31.". Sir John Abel citato in precedenza pagò 300 sterline per il Manor di Pountfreit, vennero fissate su richiesta di Sir John Abel e di sua moglie Margery. Tuttavia, la già citata Joan, vedova di John de Castello, che ancora possedeva per diritto proprio una casa residenziale e pertinenze e 2 acri nelle Paludi meridionali di Stepney, confinanti con quella di Sir John Abel, li avrebbe poi nel 1311, concesso, rinunziando ai suoi diritti, al figlio di John de Castello, ed erede, John Bacheler, Pescivendolo di Londra. Nel frattempo, nel 1303, Nicholas de Castello rinunziò ai suoi diritti a favore di Abel per una rendita annuale di 2s. 4d. pagata da Richard figlio di Roger Waryn di Ketteringham dalle case comprate da Heruns e Alice di Pontrefact, e nel 1305-13066 John de Castello per se stesso, sua moglie ed i suoi figli, liberò Abel del prezzo d'acquisto. Nel 1322, il Manor di "Pomfret sul Tamigi" di Abel, tenuto in sub-feudo del Vescovo, era formato da giardini, 80 acri di terre arabili, un mulino a vento e 12 affittuari, le cui pigioni erano stimate £8 11s. 4d., passò alle sue figlie Joan, Margaret e Catherine. Quest'ultima e suo marito John Chicche, nel 1333, concessero il terzo di Catherine a Joan e suo marito Sir William Vaughan,  che nel 1357, arrivarono a detenere i 2/3. La terza figlia di John Abel, Margaret (morta nel 1355), vedova di Sir Walter Heryng, nel 1342, fittò il suo terzo di Pomfret a Thomas Lambard, Londinese, a vita, per un fitto a Margaret e suoi eredi di 8 marchi annui per i primi otto anni, e 10 sterline per gli anni successivi. Nel 1344, Margaret apparentemente rilasciò tutti i suoi diritti relativi alla sua quota a Lambard ed alla sua morte, nel 1361, andarono al Re (ndr ci sono comunque delle discrepanze nei documenti del tempo), ma il figio di Margaret ed erede Raymond Heryng sembra che nel 1365, stesse tentando di riottenere il terzo dalla Corona contro le sue zie. Uomini appartenenti alla terra una volta di Richard of Pontefract pagarono 2s. nel 1349, la cui somma fu successivamente dovuta dal caseggiato di Pomfret, e la Famiglia diede il suo nome al Manor di Pontefract o Pomfret o Pountfreit. Nel 1364-1365 (trentottesimo anno del Regno di Eduardo III, che regnò dal 1327 al 1377), vi fu una concessione rilasciata a Londra e datata il giorno di sabato dopo San Pietro in Cattedra, da parte di Robert de Cayton, di Londra, a Sir John de Clifton, Rettore della Chiesa di Tutti i Santi, a Bredstrete, e Sir William Howe, Cappellano, di case nella Parish di St. Mary of Colchirche e St. Vedast, ed anche di terre, case ed altro nella Parish e Palude di Stebenhithe nel Middlesex. Le coltivazioni cerealicole furono probabilmente dominanti per tutto il Medioevo, sia per quelli che possedevano la proprietà piena, che quelli che l'avevano consuetudinariamente. Tuttavia, le prove sono scarse: tra il 1374 ed il 1500, solo 4 su circa 120 testamenti dei Commissari di Corte citano prodotti agricoli o animali. I riferimenti più frequenti ai terreni non indicano chi li stava lavorando o in che modo. Gli 80 acri di terreni arabili del Manor di Pomfret, su cui si fecero dei raccolti nel 1323, dal 1362 furono abbandonati ed usati per pascolare le pecore, ma, forse, solo perché la Manor House non era più occupata. Gli affittuari che vivevano nella Palude continuarono a coltivare (si suppone cereali) sino alle inondazioni della metà del XV secolo: nel 1380, il testamento di William Potter "of the Marsh" (della Palude), cita: 2 acri di grano, 2 buoi, 1 cavallo, e 2 aratri. Gli affittuari di Stepney, Poplar e Pomfret persero i loro possedimenti a causa delle inondazioni, che comportarono un radicale cambiamento della proprietà della terra e del suo uso: dopo che la Isle of Dogs venne bonificata nel 1488, la pastorizia divenne l'attività primaria prevalente. Sir Thomas Vaughan, figlio di Joan de Castello e suo marito Sir William Vaughan, morì nel 1361, avendo avuti sequestrati i due terzi, da allora detenuti per il Vescovo per 16 d. annui, lasciando un figlio neonato Hamo. Essendo il Vescovato vacante, la tenuta venne fittata dalla Corona per 53 s. 4d.; nel 1365, il Re concesse la tutela di Hamo a Richard di Sutton, la cui vedova cedette il Manor nel 1372, dopo di che questo venne concesso ad Alesia, vedova di Sir Thomas Vaughan, e suo marito John Burton. Sir Hamo Vaughan morì nel 1394 senza eredi, dato che la figlia Eleanor era morta prima di lui. Pomfret presumibilmente passò con West Tilbury (Essex) e Henshurst (Kent) a coeredi, che potrebbero aver incluso i suoi esecutori William Burton, Thomas Skinner, un parente, e Roger Bokelton. Verso il 1400, gli eredi di Hamo dovevano 4 s. 6d. a Stepney per un Manor chiamato "Pomfret in the Marsh". Dopo la morte di Thomas Skinner di Shrewsbury, i due terzi passarono nel 1412 a Sir Baldwin Strange, Hugh Dorset, Richard Mitton e Philip Bokelton, in qualità di coeredi di Vaughan, anche se il Manor era apparentemente in possesso del titolare del rimanente terzo, dal quale Baldwin Strange riceveva un fitto di 12 s. 2 d. . Nel 1412, Thomas Appleton teneva un terzo di Pomfret, presumibilmente il terzo di Raymond Heryng, in diritto di sua moglie Anne, quando Sir Baldwin Strange gli diede una liberatoria di 12s. 2d., essendo la quota di Strange dell'affitto dei restanti due terzi. Strange e Dorset possedevano ciascuno un terzo dei due terzi per diritto delle loro mogli. Bokelton con le sorelle Catherine e Margaret, moglie di Richard Mitton, condivideva un altro terzo dei due terzi. Margherita, vedova di sir Baldwin Strange, morì privata della sua parte nel 1419, e anche se il Vescovato di Londra non era vacante, il Re concesse la tutela di sua figlia ed erede Elisabeth a John, Duca di Bedford, che concesse il Manor a Maud, vedova di Sir Roger Salvayn. Questa fittò John Harpur e Hugh Dorset, e concesse il Manor nel 1422 a John Thoralby e Thomas Holden. Nel 1422, Thomas Appleton possedeva un terzo del Manor, ma nel 1430, la tenuta era in possesso di William e Robert Aleyn. Nel 1431 Elizabeth, 14 anni, era la moglie di Robert Molyneux. Nel 1435, Dorset concesse la sua porzione, dopo la morte di sua moglie Joan, ad Harpur. Quote del restante terzo dei due terzi, passarono nel 1420, da Margaret, vedova di Sir Richard Mitton, a suo figlio William, e da Philip Bokelton a sua sorella Catherine, moglie di John Falk di Hereford. Il valore totale del Manor era di 60 s. e ciascuna parte valeva 6s. 8d. Nel 1423, John e Catherine trasmisero la loro parte di un terzo dei due terzi in amministrazione per John Harpur, a cui il loro figlio Nicholas rinunziò nel 1437. Nel 1436, William Aleyn e sua moglie Anne definirono Pomfret con terreni in Essex a Robert Aleyn, con una garanzia contro gli eredi di Anne. Questo terzo era tenuto da Richard e William Appulby per l'uso di Elizabeth Holden, vedova di Thomas Holden, dal 1443, quando lo concessero a feudatari, tra cui Robert Aleyn. A causa di una disputa tra la Famiglia Appulby e John Filoll del Dorset, Elizabeth si accordò con Filoll nel 1444 di infeudare quelli designati dal Filoll e per consegnare i documenti del suo terzo di Pomfret a lui, ma nel suo (di lei) testamento, poco dopo, lasciò un pagamento vitalizio da parte del proprietà a Richard Appulby, dopo di che il suo terzo di Pomfret, insieme con le terre in Essex, venne venduto da sua figlia Elizabeth, moglie di Sir John Burcestre. Nel 1447, parte dei due terzi era tenuta da Harpur e l'altra da Elizabeth e Robert Molyneux. Nel 1458, John Harpur di Rushall e sua moglie Eleanor definirono la loro quota a favore degli eredi di John. Diversi affittuari del Vescovo e del Manor di Poplar persero i loro possedimenti, a seguito di un'altra alluvione nel 1465, ed è probabile che lo stesso accadde a tutti gli affittuari di Pomfret. Il fatto che il traghetto apparteneva a una porzione del Manor, e venne descritto in un documento in Latino (Nottingham University Library, Mi D 3616: The Family and Estate Papers of the Willoughby Family, Lords Middleton, of Wollaton, Nottinghamshire, Middleton, Warwickshire and Birdsall, Yorkshire; c.1150-c.1986), come andante tra questo terzo di terra (di Pomfret) e Greenwich, nel ventiduesimo anno del Regno di Enrico VI (che regnò dal 1422 al 1461 e poi dal 1470 al 1471), quindi, nel 1443-1444, suggerisce che il Manor sia stato fisicamente diviso nel XV secolo. Una o entrambe le porzioni possono essere state incamerate dal Vescovo come Lord di Stepney, dal momento che al principio del XVII secolo, il traghetto era parte del demanio di Stepney e lasciato alle stesse condizioni del XV secolo. Pomfret potrebbe aver formato parte della terra in locazione dal Vescovo dopo la bonifica nel tardo XV secolo; probabilmente, comprendeva lotti vicino alla Chapel-House e il traghetto che venne acquisito da Sir Edward Yate dal Lord di Stepney al principio del XVII secolo. Il Vescovo riceveva 40 s,. per la pesca e uccellagione a Stepney Marsh, che aveva patito un'alluvione verso il 1450, insieme ad una parte delle canne, lasciate per 10 anni a Richard Daniel e Thomas Shipman. William Marowe, Sindaco di Londra e forse figlio di Stephen Marowe di Stepney,  nel 1455, comprò la piena proprietà di un terreno inondato nel Manor di Poplar da Robert Peny.  Alla sua morte, verso il 1465, lasciò tutte le sue terre, in proprietà o fitto ubicate a Poplar e Limehouse a sua moglie Catherine e poi al suo figlio più anziano, William,  che nel 1488, era uno degli affittuari di Stepney Marsh. Nell'undicesimo anno del Regno di Enrico VII (che regnò dal 1485 al 1509), in un documento si fa riferimento ad alcuni siti, tra cui Stebenhith Marshe (la Palude di Stepney). Nel 1535, il Vescovo ricevette un reddito di £21 7s. 3d. da fitti di Stepney Marsh, che era considerato separatamente dal Manor. Nel 1550, Nicholas Ridley rese al Re i Manors di Stepney ed Hackney, il quale immediatamente, li assegnò al "Lord Chamberlain" Sir Thomas Wentworth, Barone Wentworth (morto nel 1551). La concessione comprendeva Stepney Marshes (Paludi di Stepney), acque, pesca, spazi vuoti, mulini, e libertà, il sistema di responsabilità condivise, di cui avevano beneficiato i Vescovi.  Tra il 1560 ed il 1590, 11 acri di terreni e 40 acri di prati vicini al Fiume Lea ad Hackney, colline a Limehouse, recinzioni di canne e vimini a Goodluckhope ed altrove, tre proprietà per un totale di 472 acri a Stepney Marsh e 164 acri, chiamati "Desmene of Hackney", vennero tutti lasciati dagli affittuari per scadenza dei contratti.

1.2 Isle of Dogs

La prima citazione si ha nel 1520 in relazione alle navi che attraccavano alla "Isle of Dogs". Successivamente, si ritrova indicata come "Ile of Dogges" (Thames Chart del 1558), "Isle of doges ferm" (Mappa di Norden del 1593), "The Ile of Dogs" (circa 1641), "Isle of Doggs" (1769), "Poplar Marshes or Isle of Dogs" (1799). L'interpretazione del nome è legata all'individuazione delle sue origini, cioè, alla sua radice. Problema insoluto e difficile a risolversi, il che spiega come mai nel corso dei secoli, siano state avanzate numerose ipotesi, molte delle quali improbabili, sintetizzate da A.D. Mils (op. cit.). Innanzitutto, l'originario nome dell'area potrebbe essere stato alterato nel corso dei secoli. Se ciò fosse vero, allora, il nome originario potrebbe essere "Isle of Docks" (Isola dei Moli), "Isle of doggers" (Isola delle Barche da pesca; dogger = ampia barca da pesca con due alberi sviluppata durante il XVII secolo ed usata comunemente nel Mare del Nord), o persino "Isle of Ducks" (Isola delle Anatre). Tuttavia, non vi è ragione per non prendere il nome alla lettera, cioè, "Isle of dogs" = "Isola dei cani". In tale ipotesi, Daniel Lysons (op. cit.) riferisce che il nome sia derivato dal fatto che, quando Enrico VIII (o Carlo II, egualmente accreditato) risiedeva nel Palazzo di Greenwich (di fronte alla punta della Isle of Dogs), cacciava nell'Essex e soleva lasciare i cani da caccia sull'Isle of Dogs in un canile. Ma l'Autore dubita di tale interpretazione, dato che sarebbe stato molto più comodo tenere il canile dall'altra parte del Fiume a Greenwich, dove si trovava il Palazzo. Sembra che tale leggenda sia stata riportata originariamente da John Strype nella versione del 1720 dell'edizione di John Stow. Va aggiunto, che oltre alla illogicità della spiegazione, tale ipotesi non è mai stata sostenuta da alcuna prova. Per cui, sembra più logico supporre che il nome abbia avuto una funzione puramente descrittiva, cioè questa penisola paludosa, che con le inondazioni del Tamigi diveniva isolata (da cui "Isle"), potrebbe essere stata frequentata da cani selvatici o randagi. Tuttavia, affiancando al riferimento ai cani, la considerazione della struttura e della formulazione del nome (Isle of Dogs piuttosto che Dog's Isle), si potrebbe trarre l'impressione che il nome sia un poco scherzoso, se non addirittura dispregiativo. A.D. Mills (op. cit.), a riguardo, sottolinea come altri nomi con questa particolare formazione (Isle of Ely, Grain, Man, Purbeck, Sheppey, Thanet, Wight, ecc.) "sembrano aver un più vecchio toponimo come elemento finale ed il loro richiamo è piuttosto elegante, quasi poetico. In questo senso, Isle of Dogs .... è elegante fraseggio in qualche modo non corrispondente al suo contenuto letterale. Anzi, l'insolita natura del nome ingenera l'interessante possibilità che la fattoria o penisola fu denominata originariamente per via di un'allusione ironica alle spagnole Isole Canarie, etimologicamnete anche "Isle of dogs" (ndr Infatti, deriverebbero il loro nome dal Latino "Canis" = cane. Fu Plinio il Vecchio a dare per primo questo nome alle sette Isole dell'Atlantico, per la presenza di un gran numero di cani di stazza. Si narra, infatti, durante una spedizione ordinata dal Re della Mauritania in quelle che allora si chiamavano Isole Fortunate, oggi Canarie, oltre lo stretto di Gibilterra, in una di esse, gli esploratori trovarono una particolare razza di cani dalla quale l'Isola si disse "Insula Canaria", cioè, "Isola dei cani". Successivamente, tale nome venne esteso a tutto l'Arcipelago). Che ironia dare lo stesso nome alla Isle of Dogs, penisola piatta e paludosa, delle Isole Atlantiche, calde e rocciose (ben nota per i loro vini, importati via mare in Inghilterra da almeno il XVI secolo!!!).". Altra ipotesi è quella secondo cui il nome deriverebbe dai cani (dogs) morti galleggianti che la marea soleva portare tramite il Tamigi e che venivano spiaggiati sulla sua sponda sinistra. Tuttavia, non è stata data una spiegazione per la quale soltanto i cani avrebbero trovato qui luogo di "riposo definitivo" e non altri animali. Un'altra ipotesi si deve a John Strype, che nacque nelle vicinanze a Stepney nel 1643, per cui, fu a contatto con la vita e le vicende del luogo. Egli racconta che un uomo venne ucciso sull'Isle of Dogs da uno o più sconosciuti. Il triste evento sarebbe rimasto impunito se non fosse stato per il fatto che il cane dell'assassinato si rifiutò di abbandonare il corpo del padrone, fino a quando venne costretto a nuovare attraverso il Fiume per il cibo. In tali occasioni, nell'incrociare un barcaiolo di Greenwich, il cane assumeva uno strano atteggiamento nei suoi confronti, ringhiando contro di lui ogni volta che lo vedeva. Tale comportamento singolare destò dei sospetti, tanto che l'uomo fu arrestato e sottoposto a giudizio, durante il quale ammise la sua colpa e venne arrestato. Nel Tardo XVI secolo, i porti di Londra erano vivi, dato che il commercio stava rendendo i Docklands un punto di partenza per molte imprese mercantili. Nel 1802, iniziarono la loro attività i West India Docks, ritenuta la maggiore struttura ingegneristica civile dei suoi tempi. Un quadro di William Danielle del 1805 mostra molto bene come fosse configurata e dà una chiara idea della sua dimensione e struttura. Nel corso del XIX secolo, la crescita particolarmente sostenuta permise un particolare benessere all'area, grazie allo sviluppo e prosperità delle attività portuali tradizionali, tra cui le riparazioni navali, la meccanica pesante, l'industria alimentare, l'immagazzinamento e la distribuzione. Crebbero le industrie legate all'importazione di materie prime, come il tabacco, il legno e le pelli di animali. Negli anni '30 del XX secolo, ben 100.000 portuali ed ausiliari erano legati alle attività della Port of London Authority (PLA), di cui 30.000 erano alle sue dirette dipendenze. Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Docklands vennero gravemente danneggiati dai bombardamenti tedeschi, particolarmente durante il c.d. "Sabato Nero", il 7 settembre: si contarono 430 morti, 1.600 persone ferite gravemente, 10.000 senza-tetto. Il 1961 rappresentò il culmine della ricchezza e potenza dei bacini, quando vennero manipolate ben 60 milioni di tonnellate di merci. Fino alla metà degli anni '60 del XX secolo, Canary Wharf fu un magazzino merci al centro dei West India Docks, nel cuore delle Docklands. Tranne che gli edifici a West India Quay, tutti i magazzini originali sulla Isle of Dogs furono abbattuti. Le nuove tecnologie ed il trasporto tramite containers resero i Docklands non più in grado di reggere il passo dei concorrenti, tanto che nei primi anni '70 del XX secolo, la maggior parte dei bacini aveva chiuso; West India Dock chiuse nel 1980. I dati statistici erano impietosi: dai 100.000 lavoratori degli anni '30, si era scesi a 6.000 nel 1971 ed a soli 3.000 nel 1981. Nell'ultimo decennio critico degli anni '70-80, le aziende avevano chiuso o si erano trasferite altrove in conseguenza della chiusura progressiva del sistema dei bacini. Fu l'inizio "Nuovi" Docklands. Nel 1980, il Parlamento emanò il Local Government Planning and Land Act, creando la London Docklands Development Corporation (LDDC), attribuendole il compito di garantire la rigenerazione dell'area, trasferendo terra ed edificando, stimolando l'industria ed il commercio, creando un contesto attraente, fornendo assistenza nella fornitura di alloggi e strutture sociali per incoraggiare le persone a vivere e lavorare nella zona. In aggiunta, nel 1982, la Isle of Dogs divenne per dieci anni una zona agevolata dal punto di vista fiscale, sia per gli investitori che per i costruttori. G. Ware Travelstead propose la costruzione di un complesso di uffici per 10 milioni di piedi quadrati a Canary Wharf, ma, non essendo riuscita a finanziare l suo programma, venne rilevata dall'impresa Nordamericana Olympia & York Canary Wharf Ltd. Alla fine degli anni '80, vi fu l'apertura dell'Aeroporto di London City e la firma del contratto relativo a Canary Wharf. Con il trasferimento del Daily Telegraph e di The Guardian da Fleet Street alla Isle of Dogs, fu sugellato definitivamente il processo della riqualificazione dell'area. Nel frattempo, anche il sistema dei trasporti migliorava, con la Docklands Light Railway (DLR) ed iniziavano i lavori a Canary Wharf, che aprì nel 1991. La DLR raggiunse la stazione di Bank. Venne aperto un ponte per il collegamento tra i Royal Docks e la Isle of Dogs e vennero completate case per riospitare 572 famiglie, che erano state trasferite per la costruzione del Limehouse Link Road Tunnel. Nel 1992, la sovracitata Olympia & York Canary Wharf Ltd venne posta in aministrazione controllata, anche se nell'anno successivo, ne uscì, per essere gestita da un consorzio di banche. Iniziarono i lavori per l'estensione della Jubilee Line ai Docklands. La Olympia & York Canary Wharf Ltd. venne ridenominata Canary Wharf Ltd. Nel 1994, vennero aperti 27 negozi e ristoranti su quella che una volta era una semplice area industriale. L'anno seguente, ben il 75% di Canary Wharf era stato fittato e venne effettuata la sua vendita ad un consorzio internazionale. Nel 1996, anche la Citibank decise di trasferirsi a Canary Wharf, stipulando un contratto per la costruzione di un nuovo edificio di 560.000 piedi quadrati. In aggiunta, iniziò anche la prima fase della costruzione di 750.000 piedi quadrati di Canary Riverside, una struttura accogliente un hotel, residenze e strutture per il tempo libero. Nel 1998, anche la HSBC (già Midlands Banks) decise di trasferirsi in un edificio da realizzarsi di 1,1 milioni di piedi quadrati che avrebbe rappresentato la sua sede principale. A quel tempo, Canary Wharf accoglieva oltre 70 negozi e ristoranti; i suoi edifici già conclusi erano fittati al 99%. Nel 2002, i lavoratori erano 42.000. Con le trasformazioni realizzate e quelle ancora in atto, ormai, la penisola un tempo denominata Stepney Marsh era totalmente cambiata. Quella che nel XIII secolo, era stata un'area agricola di floridi pascoli ed era divenuta, al principio del XX secolo, il cuore del commercio internazionale dell'impero britannico, grazie ai mercanti ed alla movimentazione delle merci nelle sue banchine, al principio del XXI secolo, si presenta come un esempio di moderna area cittadina dove prosperano le attività finanziarie, dato il traserimento di alcune tra le più grandi banche ed aziende del mondo, il che spiega perché l'area è viene anche chiamata ""The City". Il massiccio afflusso di capitali l'ha resa un epicentro di eleganza e contemporaneità a Londra, grazie al suo imponente profilo, ai suoi negozi, ristoranti, hotel e appartamenti. Non va dimenticato, però, che proprio per questa sua caratteristica, Canary Wharf ha formato oggetto di attentati terroristici ed è, ovviamente, sotto controllo sotto il profilo della sicurezza.

2. Storia

Dopo il lungo "cappello" necessario per spiegare i cambiamenti di denominazione dell'area, in questo paragrafo, ovviamente, tralasciamo gli eventi di cui già abbiamo trattato in precedenza, per concentrarci sulla storia successiva e su punti specifici della storia dell'area.

2.1 Chapel of St. Mary in Stepney-Marsh

John Strype, in "Survey of the Cities of London and Westminster" (1720, un'edizione agiornata del Survey of London di John Stow), nell'Appendice 1, Capitolo 12 (The Circuit-Walk on the South East and East Parts, pagina 102, paragrafo 9), scrive: "In the Bishop of London's Register of Wills, are mentioned these Places in this Parish, above 300 Years ago. Ed. Alex. Capella Beatæ Mariæ in Marischo in parochia de Stepney ....", quindi, sappiamo che la Chiesa è già citata nel XV secolo nel Registro dei testamenti del Vescovo di Londra. Daniel Lyson (op. cit. pagina 468) scrive di questa "Ancient chapel in the Isle of Dogs": "Nella Isle of Dogs insisteva un'antica Cappella, chiamata Chapel of St. Mary, in Stepney-Marsh. E' citata con tale nome in un testamento del XV secolo (ndr citata sopra in Strype). L'oggetto della sua fondazione non appare. Non è probabile che la Palude avesse mai avuto molti abitanti. Forse era un eremo, fondata da una qualche persona devota, al fine di dire messe per le anime dei Marinai. Questa Cappella fu trasformata in una casa-fattoria pulita, che si trova sulle stesse fondamenta, ed è l'unica dimora sulla palude. Non mostra resti della struttura antica, tranne per la parte inferiore delle pareti, che sono di piccole pietre e selci. Una finestra gotica venne rimossa circa tre anni fa (ndr 1792).". Infine, Walter C. Pepys e Ernest Godman (op. cit.) oltre a confermare che Stepney Marsh aveva "a chapel dedicated to St. Mary", aggiungono che le "porzioni della costruzione rimasero nella memoria delle persone ancora viventi, ma ora (1905) sono scomparse.".

3. L'Isle of Dogs all'inizio del XX secolo

Abbiamo la possibilità di "vedere" come era la Isle of Dogs al principio del XX secolo. Gli "occhi" sono quelli di George R. Sims, che ne racconta in "Limehouse and the Isle of Dogs - Chapter XI di 'Off the track in London', pubblicato da Jarrold & Sons (1911) ed ancora prima, nella rivista "The Strand" (luglio 1905): "It is the island note that greets you at first. ..... Across the water you are in a land of one familiar sound and a score of unfamiliar scents. The sound is one ever dear to the Briton - the clang of the hammer as it descends on ringing iron. You listen to the sound that speaks of England's might .... The odours are overpowering. They do not mix, but with every breeze each salutes you with its separate entity. One odour is that of heated oil, another that of burning fat, others are of a character which only visitors with a certain amount of chemical experience could define. The odours saturate you, and cling to you, and follow you. They are with you in the highway and the by-way. You pass into the house of a friend who has offered you his hospitality at the luncheon hour, and the dpor that closes behind you does not shut them out. Nothing is sacred to them, not even the church. Even the flowers in the little gardens that the West Ferry Road can show here and there have lost their own perfume and taken that of the surrounding industries. The island is no dreaming place. It is a land of labour. From morn till eve the streets are deserted; the inhabitants are behind the great walls and wooden gates - husbands, wives, sons and daughters, all are toiling. The only life in the long, dreary roads and desolate patches of black earth that are the distinguishing notes of the side streets is when the children come from school. Then the red and blue tam-o'-shanters of the little girls make splashes of colour here and there, and the laughter of romping children mingles with the clang of the hammer and the throb of the engine. .... In the centre of the island lies Desolation-Land, a vast expanse of dismal waste ground and grey rubbish heaps. All round the open space is a black fringe of grim wharves and of towering chimneys, belching volumes of smoke into a lowering sky that seems to have absorbed a good deal of the industrial atmosphere. This waste land is spanned by the soot-dripping arches of the railway, which is the one note of hope in the depressing picture, for occasionally a train dashes shrieking by towards a brighter bourne. Across the waste, as we gaze wearily around it, borne down by our environment, comes a lonely little lad, who wheels his baby sister in a perambulator roughly constructed out of a sugar box. They are the only human beings in sight. Years ago this desolate spot was farm land. It might yet be secured and made into a green play ground for the children, who at present have only the roads and the miniature mountains of rubbish that have gradually risen at the end of side streets closed in by factory walls. If this central desert could be secured and 'humanised' and turned into a healthy playground, it would be a grand thing .... ".

4.1 Sottrazione di terreni al Tamigi

Daniel Lysons (op. cit.) ci informa come i terreni di "Stepney-marsh" vennero sottratti al Tamigi realizzando "Embankments" degli argini: "Stepney-marsh, o Isle of Dogs, adiacente a Poplar, è un tratto di terra che si trova all'interno della curva, che il Tamigi forma tra Ratcliffe e Blackwall. La sua estensione, secondo una indagine effettuata nel 1740, è 836 acri. Si afferma in un indagine compiuta durante il Regno di Eduardo II (1307-1327) relativa alle riparazioni degli argini di Stebbenbeth-marsh, che un ex Lord del Manor aveva recuperato 100 acri di terra dal Fiume, realizzando argini e fossati, che, qualora se ne fosse trascurata la manutenzione, si sarebbero allentati; che lo stesso Lord, successivamente, concesse 42 acri e mezzo di questa terra in lotti ai suoi uomini liberi, e il residuo ai suoi servi; ad ogni persona si richiedeva di riparare gli argini sulla sua terra. Sembra che gli uomini liberi fecero quello che era necessario sulle loro parti, ma che i servi fecero deperire gli argini sui loro terreni; in conseguenza di ciò, essi ed il Vescovo di Londra (come Signore del feudo) furono richiesti dallo Sceriffo della Contea di ripararli; il che fu fatto conseguentemente. Poco dopo, nel corso dell'anno 1324, vi fu una grande inondazione, che causò una breccia sulla terra di uno degli tenutari del Vescovo; sorse una disputa, se le spese di tale riparazione dovessero ricadere solo solo sul proprietario terriero dove era avvennuta la rottura, o se gli altri proprietari della palude dosssero essere obbligati a sopportare le spese. Si giunse ad un processo, dove si decise a favore del locatario del Vescovo, come si può vedere più in generale nel libro di Dugdale su drenaggio e arginare; dove è il racconto di molte commissioni per la visualizzazione e ripazione delle rive di Stebbenheth-marsh. (ndr vedasi a fine pagina)". Il passo è molto significativo, dato che ci fa capire che, da un lato, molti terreni vennero sottratti al Tamigi a Stepney Marsh ricorrendo ad argini, dall'altro, che questi richiedevano continua manutenzione, la quale, purtroppo, non venne sempre fatta, causando inondazioni e morti. Nel 1448, Stepney Marsh venne ancora inondata dal Tamigi. La causa, però, fu attribuita alla trascuratezza nella manutenzione degli argini del Fiumei a sud-ovest da parte del citato John Harpur, presumibilmente come parte di Pomfret. Tale informazione viene riportata da William Dugdale (The history of imbanking and drayning ecc. cit.) alla pagina 72:: "Upon an inquisition taken in 27 H. 6. the Jurors presented, that by the violence of the tides upon the banks of Steben∣hithe marsh, a great part of the said banks, adjoyning to that marsh, was then ruinous and broken through the neglect of the Land-holders there: And that through the default of one Iohn Harpour Gentleman, in not repairing his bank, opposite to Depford strond, there was, on the Monday, being the Feast of the Annunciation of the blessed Virgin, in the 26 year of the reign of the said King H. 6. a breach made in the said bank of the before-specified Iohn Harpour, for the length of xx Rods, unto the land of Iohn Fyloll, in so much as a thousand Acres of land, lying within the said marsh, were drowned. And that he the said Iohn, and all those whose estate he then had, were obliged, in respect of their land ad∣joyning to the said bank, to take care of it's amendment.". L'acquitrino venne fatto prosciugare dal Vescovo Thomas Kemp (1448-1489). Questi, verso il 1488, teneva 282 acri come parte del Manor, ulteriori 115 acri per 94 anni, precedentemente appartenenti conduttori liberi, e 85 acri trasmessi dall'Abate di St. Mary Graces (Santa Maria delle Grazie) ed altri. Il citato Vescovo Thomas Kemp fittò i 115 acri nel 1488, per 40 anni, a William Marowe, di Stepney, e sette altri di Stepney, Londra e Greenwich. Quando le loro terre furono nuovamente allagate, prima del 1524, i locatari recinsero con argini i terreni, recuperandoli. Come parte del patrimonio personale del Vescovo, la restante durata di 94 anni fu venduta dai suoi esecutori nel 1521 a William Goddard, insieme con l'affitto dovuto per il residuo dei 40 anni, e nel 1524 Goddard ha venduto il suo interesse a John Botulph di Londra. Il canone concordato nel 1488 rimase invariato nel 1550. Nel 1588, si diceva che nel 1512 l'Abate di St. Mary Graces (Santa Maria delle Grazie) aveva lasciato circa 8 acri di terra inondato, per 80 anni al Vescovo Richard Fitzjames, il quale li fittati con circa 130 acri chiamati "Isle of Dogs", "Saunders Nase", e "Drunken Dock" a Thomas Knight, produttore di birra, di Londra per 80 anni. Le superfici in acri erano probabilmente maggiori, poiché Thomas Kinght potrebbe essere stato in possesso di tutti i 282 acri di Stepney Marsh del Vescovo nel 1517-1518. Dopo la morte del Re, verso il 1559, il fitto venne lasciato al Lord. Altri 75 acri adiacenti alla Palude (Marsh) vennero fittati a Thomas Samme e John Etgose nel 1517-1518; il contratto di locazione aveva 34 anni per l'esecuzione nel 1550. La Palude umida, 40 acri, bonificata dal Vescovo Thomas Kemp, verso il 1529, venne fittata da St. Mary Graces (Santa Maria delle Grazie), essendo stata nuovamente inondata. Daniel Lysons sottolinea che si trattava di "Rich Pasture": "Questa palude è celebratta per la insolita ricchezza dei suoi pascoli, che è tale, che i bovini magri, quando vi vengono portati, presto ingrassano, e raggiungono una grande dimensione. Si dice nel Circuit-walk (allegato al Survey di John Strype), pubblicato nel 1720, che i buoi nutriti in questa palude erano noti per essere venduti a 34 sterline ciascuno. Si racconta lì la storia di un Macellaio che si impegnò a fornire ad un circolo settimanale a Blackwall, tutto l'anno, un cosciotto di montone di 28 libbre (ndr ogni libbra 453, 53 grammi, quindi, quasi 14 chili) di peso, tagliato da una pecora a Stepney-marsh.".

4.2 Approfondimento sulle inondazioni del Tamigi

Riteniamo utile offrire un approfondimento ai più volenterosi tra i lettori, ai quali offriamo il seguente estratto tratto dalle pagine 69-72 di William Dugdale (1605-1686) di "The history of imbanking and drayning of divers fenns and marshes, both in forein parts and in this kingdom, and of the improvements thereby extracted from records, manuscripts, and other authentick testimonies". Facciamo notare che, soprattutto nell'ultima parte, troverete la preposizione "betwixt" (pronunzia bi'twIkst"), espressione arcaica di "between":

"HAving now done with the Marshes on the South part of Thames, I come to those on the North side, lying in the Counties of Midlesex and Essex: beginning with Middlesex: where the first mention I find of any thing in this kind, is, that in 26 E. 1. Robert de Retford and Henry Spigurnell were assigned to view and repair the Banks and Ditches in Stebbenhethe and the parts adjacent. After this, viz. on Wednesday next after the Feast of S. Martin the Bishop in 18 E. 2. there was an inquisition taken at the Hospital of S. Kathrines neer the Tower of Lon∣don, before Will. de Broke, and Robert de Kellesey, then the Kings Justices for view of the Banks, Ditches, &c. lying betwixt the said Hospital and the Town of Chadewelle, and for repair of the same; before whom the Jurors did present up∣on their Oaths; that a certain person of antient time Lord of the Mannour of Stebenhethe before-mentioned, whose name they knew not, did by his industry recover a certain Marsh there, contain∣ing about an hundred Acres of Land, which Marsh was then drowned by the overflowing of the Thames, and at the time of the said presentment so made had Banks, Ditches, &c. and did so lye betwixt the said Hospital and Shadwelle; but through the want of their repair, was then frequently overflowed, and in divers places drowned to the great damage of the people in those parts. Which Lord of the said Mannour of Stebenhethe, did afterwards grant by Charter to certain of his free men, xlij acres and a half of Land, with the ap∣purtenances, severally, by parcells, to be held by them and their heirs, by cer∣tain services for ever; and to repair and maintain, the said Banks, Ditches, Sewers, &c. viz. each man upon his own proper ground, bordering on the said River of Thames: of which xlij Acres and a half, Iohn Gisors, Iohn Peyrun,and Maude de Cauntebrig, held xxxij Acres; the Master of the Hospital of S. Thomas the Martyr, of Acon, in the said City of Lon∣don, ten acres; and Walter Crepyn, half an acre: and that the said Lord of that Man∣nour, dimised the residue of those hun∣dred Acres, to the Bondmen of the said Mannour, to hold at will, and to repair and maintain the Banks, Ditches, &c. aforesaid; every man, at his own proper costs, upon the said Lands so to him demised. And they farther said, that the said Lord and his Court of Stebenhethe, did then decree and ordain, by the assent of those his Tenants, two men, called Wall Reeves, to oversee the said Banks &c. upon the ebbing and flowing of the Tides; and to warn all the Tenants of the said Lands, as often as need should require, to repair them; and likewise to present the defaults in the Court of the said Lord at Stebenheth, to the end that the defects might be thereup∣on amended by the said Lord and his Tenants. And that the said Lord ought to have of every such Tenant, so in de∣fault, for the repair aforesaid, for every peny three pence. And so to settle the order of defence, repair, and mainte∣nance of the said Banks &c. in time to come; and likewise the manner of choosing and constituting the two men afore∣said, in the said Court of the Lord, to oversee those Ditches &c. and to warn the Tenants when need should require, from that time forth, for ever. Which Custome and usage had ever been exercised from that time, from time to time, by the Tenants of the Lords of that Mannour, untill that present day; the state and Title of which Lord was then in the Bishop of London. And the said Jurors moreover pre∣sented, that through the default of the Bondmen of the said Bishop, who then held the said Lands in Steben∣hethe of him the said Bishop, in form aforesaid, and were so obliged to those repairs, but could not perform them; the Banks and Ditches were broken and torn, and the Lands and Tenements aswell of the Free-holders as others, perilously, and with great damage overflowed. And it was farther enquired, whether any of the said Tenants did ever contri∣bute to the aid of any other Tenant for the repair and maintenance of those Banks &c. upon any such breach hap∣ning in former times: And it was answered no: For they said, that every Tenant had wont to repair and sustain all the Banks &c. upon his own proper land, at his own chardge, upon perill which might befall. And because that the before-specified Free-holders, who were not guilty of the said breach, nor the de∣fault thereof, as by the said inquisition was found; whereas they should have had benefit by the repair of those banks, as in reason they ought, and contrarywise sustained great losse; that they might have their action therefore, if they saw good: And that the said Bishop and his Bondmen, through whose neglect, those breaches, drowning, and damages came, should be distrained from day to day for the repair and maintenance aforesaid.

By reason of which Inquisition, for that the King was informed that the said Bishop and his Bondmen did refuse to perform those repairs, at their proper costs and chardges, upon their lands bor∣dering on the before-specified River, the Shireeve had command, that he should summon the said Bishop, to appear in the Court of Kings Bench, in the xv m of S. Iohn Baptist, to shew, if he could, why &c. who came accordingly; and alle∣ged, that soon after the said Inquisition was so made, all the defects in the Banks, upon his and his said Bondmens Lands, were by him and them sufficiently amen∣ded and repaired; and the judgement given upon the same Inquisition, fully executed: and therefore saith, that the Lands and Tenements aforesaid, were not overflowed and drowned through the default of the Bishop and his Bond∣men, in not repairing and maintaining the Banks &c. aforesaid, upon those their Lands. But he said, that on the Even of the Circumcision of our Lord, in the xvii th year of the said Kings reign, there hapned a mighty floud, proceeding from the tempestuousnesse of the Sea, which overflowed all the Banks, aswell those that were against other mens lands, as those against the lands of the same Bi∣shop and his Bondmen; and drowned all the said grounds: Which floud af∣terwards in it's retreat to the Sea, made a certain ground-breach upon the Land of the said Bishop, which could not be repaired by the labour of one Tenant; so that every man having any land so overflowed, ought to be chardged equal∣ly, for his proportion, towards the repair thereof, according to the Custome of the Marsh. And farther said, that if all the Land-holders there, would joyn to∣gether for the repairing and maintain∣ing of the said ground-breach in com∣mon, he the said Bishop and his Bond∣men would be ready, for their proportions, to assist and contribute thereto.

And Adam de Fyncham the King's At∣torney, then said, that the said Walls &c. were so broken and torn, through the default of repair by the said Bishop and his Tenants, upon their own grounds; that all the before-specified Lands and Tenements were thereby o∣verflowed, and in divers places drown∣ed, as aforesaid, to the great damage and peril of all those Land-holders: And that this he was ready to make proof of. And the Bishop said as he did be∣fore; and that if there were any over∣flowing at all, it was occasioned by the said impetuous floud, which went over all the said Banks and Ditches; and which made that ground-breach before-speci∣fied in it's retreat; and not by the default of him and his Bondmen aforesaid; and desired that this might be enquired of by the County. And so likewise did the said Adam, then the Kings Attorney. Whereupon the Jurors in the said Court of Kings Bench, in the xv m of S. Michael:and said upon their Oathes; that the Banks, Ditches &c. upon the coast of Thames, situate betwixt the said Hospi∣tal and the Town of Shadwell, were not broken through the default of the Bishop and his bondmen; and that the said Lands were not so overflowed and drowned through any defect in repair of them: For they said, that all the Land was so overflowed by the means of that huge floud before-mentioned, occasioned through the vehement tempests from the Sea, about the Feast of the Circumcision of our Lord before-specified; which ran over all the said Banks and Ditches; and which in it's fall to the Sea, made the said ground-breach, whereby those Lands became after∣wards often overflowed, and drowned.

And the said Jurors being asked who ought to repair that ground-breach; answered; that according to the Cu∣stome of those parts, every man having any part in the said Land, lying betwixt the said Hospital and Shadwell, ought and had wont to contribute, according to his proportion, to the repair and main∣tenance of such a ground-breach, when it should happen: And therefore the Shireeve was commanded to distrain not only the said Bishop and his bondmen, but all other persous having Lands be∣tween the said Hospital and the Town of Shadwell, lying within the before-specified peril, for the repair and amend∣ment of the Ditch, where the said ground-breach was made by that great floud; and likewise to repair the Banks, Ditches, Sewers and Gutters, which, by means of that ground-breach, were so broken and torn.

In pursuance of which verdict, the said King in the same 18th year of his reign (wherein the pleading above-mentioned was) assigned Raphe Hereward, Robert de Ashele, and Iohn de Doure to view the said banks, betwixt the before-specified Hospital of S. Katherines and Shadwell, and to take order for their repair.

In the 15th of E. 3. Robert de Sadyngton, Thomas de Blaston, and Gervase de Wilford had Commission  to view and repair the Banks &c. on the coast of the said River, being within the precincts of Westminster and the parts adjacent, betwixt a place call'd the Neyt, and Tem∣ple-barr, in London, then broken and in decay by the force of the tides. And in 28 E. 3. Will. de Thorpe, Will. de Notton, Iohn Bray, Thomas Ludlowe, Will. de Hatton, and Thomas Morice had the like Commission for those in the Town of Stebenhethe before mentioned; as also upon the River of Lye, in the confines ofMiddlesex and Essex, in a certain part of Hakney, neer to a Mill called Crachehegge, betwixt the said Town of Hakney, and the Town of Welcomstowein Essex.

In 36 E. 3. Will. de Fyncheden, Will. de Wynchingham and others were in like sort assigned  for all the Banks &c. betwixt the Chapel of S. Katehrine inMiddlesex, and the Town of Est-Tilbury in Essex. So also the next year following, were Thomas Morisse, Thomas Frowyk, and George Fanillore, for those banks &c. in the Marshes of Stebenhithe, Brambeleye and Redclyve, and elswhere within the Lordship of the Bishop of London, upon the verge of the Thames. And in 38 E. 3. Thomas Morice, Thomas Frowyk, and Iohn Brikclesworth, for those in Stebenhithe and Brambeley, from the Tower ofLondon, to the River of Leye.

In 41 E. 3. Iohn de Bampton, Iohn de Sudbury and Thomas Brette were constituted Commissioners for the view and repair of the banks &c. betwixt the before-specified Chapel of S. Katherine and Berkynflete in Essex; and to do all things therein according to the Law and Custome of this Realm. In 43 E.3. Thomas de Lodelowe, Will. Halden, Iohn Sundbie, and Iohn Chertsey had the like, for all those, aswell upon the coast of the River of Leye, as of Thames, which were in the parish of Stebenhithe. So likewise, the same year, had Solomon Wauter and Nich Cartere, for those in the said parish, upon the River of Thames only; with power to take so many Car∣penters and other Labourers as should be necessary for the work, upon compe∣tent wages.

In 1 R. 2. Iohn Bampton, Will. Rykhill, Thomas Aspale, and Thomas Mylende had the like Commission for those betwixt Blakewale, and the before-mentioned Hospital of S. Katherine. In 4 R. 2. Will. Cheyne, Helmingus Leget, Will. Rykhill, and Will Cressewyke, for those upon the River of Lye, betwixt Stebenhythe and Bramle.

In 6. R. 2. the Prior of the Hospital of S. Iohns of Ierusalem, being questioned for the not clensing of a Ditch neer Mileford, for an hundred perches; and could not deny, but that he ought to do it; and therefore the Shireeve of Middlesex was appointed to compell him by distresse for the performance thereof at his own proper chardges. In the same year Will. Cheyne, Will. Rykhill, Iohn Shorediche and Will Cressewyke were appointed to view and repair the banks upon the River of Lye, betwixt Steben∣hethe and Bramle.

In 19 R. 2. Will Rykhill, Will. Skrene, Thomas Cherleton, Iohn Shoredyche senior, and Iohn Ongham had the like appoint∣ment for those betwixt the Town of Stratford atte Bowe and the Tower of London, and to perform all things therein, according to the Law and Custome of this Realm. So also in 22R. 2. had Will. Thirnyng, Will. Rykhill, Iohn Cokaine, Thomas Charleton, Iohn Shoredyche, senior, and Iohn Ongham (the Shireeve of Middlesexbeing associated to them) for the view and repair of those banks &c. in Stebenhithe marsh; and to proceed therein as aforesaid. .....

In 8 H 6. Henry Somer, Robert Frampton, Iohn Thwaytes, Walter Grene, and Alexander Anne were assigned in like sort, for the banks &c. in the Marshes of Stebenhithe, and Walmershe; and to make Statutes and Ordinances, for the defence thereof, according to the Laws and Customes of Romeney marsh: as also to imprest so many Labourers for that imployment, upon competent salaries, as they should see necessary, in respect of the imminent danger, by the breaches in those banks, which required their speedy repair.

In 26 H. 6. Iohn Fortescu, chief Justice of the common Pleas, Robert Wellys Abbot of Graces neer the Tower of London, Iohn Fyloll, Thomas Burgoygne, Iohn Wylton, Walter Grene, Iohn Harpour, Robert Tanfield, Edmund Plofeld, Iohn Eton, and Thomas Croxton had the like Commission for the banks &c. betwixt the Mill of S. Katherines neer the Tower of London, to the Chapel of S. Marie Matfelon; thence to the Church of S. Dunstans in Stepenhithe; thence to the Church of S. Leonard in Bremley; thence to the River of Leye; thence to the Thames, and thence to the said Mill: and to make Laws &c. according to the Laws and Ordinances of Romeney marsh: as also to imprest Labourers;c. as abovesaid.

Upon an inquisition  taken in 27 H. 6. the Jurors presented, that by the violence of the tides upon the banks of Stebenhithe marsh, a great part of the said banks, adjoyning to that marsh, was then ruinous and broken through the neglect of the Land-holders there: And that through the default of one Iohn Harpour Gentleman, in not repairing his bank, opposite to Depford strond, there was, on the Monday, being the Feast of the Annunciation of the blessed Virgin, in the 26 year of the reign of the said King H. 6. a breach made in the said bank of the before-specified Iohn Harpour, for the length of xx Rods, unto the land of Iohn Fyloll, in so much as a thousand Acres of land, lying within the said marsh, were drowned. And that he the said Iohn, and all those whose estate he then had, were obliged, in respect of their land adjoyning to the said bank, to take care of it's amendment.".

Uno dei grattacieli di Canary Wharf, l'attuale centro moderno della Isle of Dogs

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