Trattando dei primi abitanti e primi invasori della Britannia, abbiamo detto che in epoche remote, l'Inghilterra venne occupata da popolazioni celtiche, che quindi, precedettero l'arrivo dei Romani.
L'inglese odierno serba scarsissime tracce della lingua dei Celti, sebbene sia anche stata azzardata l'ipotesi che, in qualche modo, essa possa aver influenzato lo sviluppo grammaticale dell'inglese, specialmente in alcune zone del paese. Poche parole vennero recepite da quello che vedremo successivamente si chiamò Old English e pochissime restano nell'inglese moderno, soprattutto nei nomi di luoghi e fiumi (es. Devon, Dover, Kent, Trent, Severn, Avon, London, Thames).
A causa di un precetto religioso, che precludeva l'uso della scrittura, la civiltà dei Celti si fondò quasi esclusivamente sulla tradizione orale, il che spiega la quasi totale assenza di residui celtici nella lingua inglese.
Per fortuna, abbondano le opere di Autori latini testimoni della vita dei Celti in epoca preromana e romana. Per questo, sappiamo che presso le popolazioni celtiche esisteva la figura del cantastorie girovago, detto "bardo"” (figura analoga ai menestrelli e giullari del mondo romanzo che raccontavano di corte in corte le loro storie), la cui opera era particolarmente considerata, essendo la poesia pregna di religiosità, con la conseguenza che i poeti, venivano sottoposti ad un’iniziazione di stampo sacerdotale. Molto marcata, invece, fu l'influenza che l'immaginario celtico esercitò sulla fantasia dell’uomo medioevale, quando giunse sul Continente europeo, colle narrazioni dell'epopea britannica e delle gesta dei cavalieri.