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Londra vissuta dagli Italiani ...

Storia del pub

Il pub è un'istituzione nel Regno Unito, per cui, abbiamo ritenuto opportuno tratteggiare, sia pur brevemente nell'ambito di quanto consente una pagina web, la sua storia. Prima di iniziare a leggere quanto riportato, potete guardare le immagini di alcuni pub londinesi

Premettiamo che non vi è concordia in merito a quale sia il pub più antico. Infatti, sebbene il pub Ye Olde Fighting Cocks, che si trova a St. Albans (Hertfordshire), sia ritenuto dal Guinness dei primati il pił antico pub inglese, ve ne sono altri che ritengono di avere le credenziali in regola per vantare tale primato: il pub The Man and Scythe nel Lancashire ritiene di essere più vecchio di ben 234 anni, il pub Ye Olde Trip to Jerusalem di Nottingham è ritenuto operante sin dal XI secolo, il pub Walnut Tree di Leytonstone (Londra orientale), forse dovrebbe essere davvero quello più antico di circa un secolo, visto che vi è prova che vi si servissero bevande alcoliche sin dall'anno 912. Altra premessa essenziale riguarda i simboli ed i nomi dei pub. Nel 1393, il Re Riccardo II impose legalmente l'apposizione di segni identificativi dei luoghi di vendita di alcolici, stabilendo che "Whosoever shall brew ale in the town with intention of selling it must hang out a sign, otherwise he shall forfeit his ale". La ragione era semplice: consentire visivamente l'identificazione di tali luoghi agli ispettori che valutavano la qualità delle ale ivi servite. Inoltre, non va dimenticato che nel Medioevo la maggior parte della popolazione era ignorante, per cui non era in grado di leggere, di conseguenza un simbolo consentiva facilmente la identificazione di una public house. Ovviamente, col passare del tempo, sovente il nome del pub derivò dal disegno riportato sull'insegna. Alcuni nomi di pub apparentemente strani o addirittura insensati, derivano probabilmente da una modifica di nomi o espressioni: ad esempio, un nome usato molto spesso Elephant and Castle deriverebbe dalla "storpiatura" di Infanta de Castile, come pure The Goat and Compasses deriverebbe dall'espressione "God encompasseth us".

Il consumo di bevande alcoliche è noto nelle isole britanniche sin dall'Età del Bronzo. Volendo ricercare le origini del pub, dobbiamo rifarci all'invasione romana ed alla creazione del sistema stradale, lungo il quale sorsero le "tabernae", dove i viaggiatori potevano riposare, mangiare e bere vino. Tale ultima possibilità veniva indicata esponendo foglie di viti fuori del locale. Tali strutture formalmente scomparvero col ritiro dei Romani. Le genti britanniche producevano familiarmente una bevanda, la ale, sebbene l'arte della sua elaborazione non fosse facile, essendo basata su conoscenze ed abilità particolari. Di conseguenza, quelli in grado di produrre una buona ale, iniziarono a venderla. Il numero dei punti vendita crebbe a tal punto che, nel 965, il Re Edgard stabilì che fosse consentita la presenza di una sola Ale House per villaggio. Per indicare che la bevanda era pronta, si usava esporre delle frasche verdi collocate su pali, che successivamente sarebbero state sostituite dall'insegna, quale segno di riconoscimento dei pubs.

Il movimento delle persone, soprattutto pellegrini cristiani che si recavano a rendere omaggio alla tomba dell'Arcivescovo Thomas Becket, assassinato il 29 dicembre 1170 nella Cattedrale di Canterbury, cominciò ad essere eccessivo per le possibilità di accoglienza dei monasteri medioevali. Nel XIV secolo, la ripresa dei traffici mercantili (soprattutto della lana) e del movimento delle persone determinò l'affermazione delle Inns e Hostels, di cui il più noto fu Tabard Inn di Southwark, dove Geoffrey Chaucer nel 1388 iniziò i suoi celeberrimi "Canterbury Tales". Proprio per sottolineare l'importante ruolo di offerta di luogo di riposo e ristoro a favore dei viaggiatori svolto dalle inns e dalle hostelries, nel 1446, The Hostellers of London ottennero lo status di corporazione (guild).

La bevanda tradizionale inglese, la ale, veniva prodotta esclusivamente dal malto fermentato. La pratica dell'aggiunta di luppolo (hop) nella produzione della birra si ebbe all'inizio del XV secolo, introducendo un uso olandese. Accanto alle Ale Houses, che producevano la propria ale, cominciarono ad apparire alla fine del XVII secolo le birrerie indipendenti, tanto che alla fine del secolo, ormai quasi tutta la birra proveniva dalle birrerie commerciali.

Gli olandesi, dopo la rivoluzione del 1688, introdussero in Inghilterra il gin, che divenne rapidamente molto popolare, stravolgendo i vecchi equilibri produttivi, circostanza favorita dalla concessione governativa alla nascita di un mercato dei cereali non idonei all'uso per la birrificazione, il che consentì la produzione non autorizzata di gin, stimolata anche dall'introduzione di forti dazi all'importazione delgi alcolici. Per cui se fino al XVII secolo, la vendita di birra fu prevalente nei pubs, l'Inghilterra venne coperta da migliaia di negozi dove era possibile comprare il gin (gin-shops). I produttori di birra risposero accrescendo il numero delle birrerie, ma nonostante ciò, nel 1740, la vendita di gin sopravanzò quella della birra di ben sei volte, favorita dal suo basso costo, che ne fece la bevanda preferita delle classi umili. Ciò spiega perchè oltre la metà dei 15.000 luoghi dove era possibile consumare bevande alcoliche fossero gin-shops. Si creò una situazione in cui, sebbene la birra avesse mantenuto un'alta configurazione qualitativa, tanto da essere più sicura dell'acqua, le classi povere divenute abituali consumatrici di gin, videro degradare sempre più le loro condizioni .... La situazione venne efficacemente descritta da William Hogarth nel 1751 tramite la distinzione tra la prosperità di Beer Street e la profonda miseria di Gin Lane con cui descrisse gli abitanti di Beer Street, felici ed in salute grazie al consumo della britannica ale, contrapponendoli a quelli di Gin Lane, distrutti dalla loro dipendenza dall'alcolico straniero gin. In verità, la satira di Hogarth nel contrapporre la ricchezza di Beer Street alla povertà Gin Lane andò oltre l'aspetto puramente economico, evocando un'analisi sociale: Gin Lane è legata ad infanticidi, fame, pazzia, decadenza e suicidio, laddove Beer Street mostra attività, salute, divertimento e commercio vitale. In tal modo, William Hogarth fu uno dei sostenitori del Gin Act (1736) che introdusse elevate imposte sui dettaglianti, ma che scatenò disordini nelle strade. L'imposta venne gradualmente ridotta, fino a scomparire nel 1742. Il nuovo Gin Act (1751) impose ai produttori di gin di vendere solo a locali autorizzati e di sottoporli sotto la supervisione di magistrati locali.

Quanto appena detto relativamente agli aspetti economico-sociali connessi al consumo degli alcolici ed ai luoghi in cui tale consumo avveniva, trova riscontro nella suddivisione di fatto realizzatasi entro il XIX secolo tra le Public houses—inns o taverns, reputate socialmente superiori alle ale houses, beer houses ed ai gin-shops. Nel corso del XIX secolo, fu emanato il Wine and Beerhouse Act, al fine di ridurre l'orario di vendita degli alcolici da parte dei pubs, che venne rinforzato dal Defence of the Realm Act nel 1914, che fissò l'orario dalle 12 alle 14,30 e dalle 18,30 alle 21,30. I tempi più vicini a noi, vennero introdotte dapprima delle leggi più tolleranti, che consentivano l'orario 11-23 (ricordato dal suono della campanella e "It's your last turn!"). Infine il Licensing Act del 2003 reintrodusse la normativa pregressa limitatamente ad Inghilterra e Galles, sottraendo il controllo ai magistrati locali e trasferendolo alle municipalità locali a cui i pubs autorizzati possono richiedere l'autorizzazione all'apertura secondo orari che meglio aggradino i pubs, teoricamente consentendo loro di rimanere aperti sempre, anche 24 ore.

Infine, facciamo notare che mentre i pubs tradizionali si preoccupavano molto di tutelare la riservatezza dei clienti, utilizzando vetri opachi per impedire la visione di ciò che accadeva all'interno, oggi si assiste al fenomeno opposto, l'utilizzo di vetri trasparenti.

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