a cura di Melissa Giannetta
Salve a tutti… mi chiamo Melissa, ho 18 anni e due anni fa ho preso parte per la seconda volta alle vacanze studio organizzate dall’INPDAP. Beh… la mia storia è alquanto strana, l’anno precedente ebbi un’esperienza particolare, mi divertii, ma c’era qualcosa che mi impedì di godermi al massimo la vacanza: il pensiero correva ai tanti amici ed alle tante feste organizzate nel mio paesino, San Potito Ultra, in Provincia di Avellino, alla partenza per il mare immediatamente successiva al mio ritorno con l’ansia di abbracciare gli amici della solita spiaggia... in Inghilterra d'altra parte i gruppi formatisi si presentavano composti di pochi componenti titolari di un esclusivismo che ne impediva l'unione. Per tutti questi motivi tornai dalla vacanza contenta ma non entusiasta e realmente divertita, felice di aver fatto un’esperienza diversa, felice per una felicità che in pochi giorni si dissolse, portandomi a dimenticare tutti i momenti in cui in ogni caso mi ero divertita e sentita a mio agio.
Ma questa è un'altra storia… ora sono qui per raccontarvi la mia seconda avventura. Quando arrivò… vabbè andiamo per gradi, c'è da dire che quell’anno non ero risultata vincitrice e di conseguenza avevo perso il diritto a partecipare alle suddette vacanze, fino a quando il 25 Luglio mio padre non ricevette una comunicazione per il ripescaggio di mia sorella. Là per là ero contenta per lei, ma allo stesso tempo molto spaventata (avrebbe dovuto prendere per la prima volta in vita sua l’aereo e la vedevo, e la vedo tuttora troppo piccola per un’esperienza del genere, all’estero intendo dire!). Comunque fin qui il mio parere era alquanto superfluo. A un paio d’ore dalla prima telefonata ne ricevemmo un’altra, ma questa volta la ragazza presa in considerazione non era mia sorella, ma bensì io. Da quel momento e per i giorni a seguire fui alquanto scontrosa, non avevo voglia di andarci, erano gli ultimi 15 giorni della mia estate (trattandosi del periodo dal 14 al 28 agosto!) e non avevo alcuna intenzione di trascorrerli in uno Stato dove di estate c’è ben poco, lo Stato di cui parlo è il Galles che climaticamente in quel periodo ha una temperatura compresa tra i 13/17 gradi. Alla fine mi lasciai convincere da quelle frasi fatte come "Ti divertirai!", "E’ un'esperienza che ti farà crescere!" e tante altre frasi di cui non mettevo e non metto in dubbio l’autenticità, ma io non volevo porre fine anticipatamente alla mia estate. Nonostante tutto dopo 13 giorni di estenuanti preparativi e continui tira e molla, era arrivato il fatidico giorno del decollo. Quella mattina mi alzai alle 4 ed aprendo gli occhi, la prima cosa che mi venne in mente, fu: “Ormai è fatta, tanto vale sfruttare al massimo le mie possibilità questa volta!”. Arrivai dopo circa un’oretta di macchina all’aeroporto di Capodichino. Avevo lo stomaco in subbuglio. Le mani sudate. Non riuscivo a trovare pace, e per di più si aggiunse l’ormai classico inconveniente dei parcheggi. Salii al primo piano, al punto di incontro dove gli accompagnatori mi trasfusero gioia, serenità e spirito d’avventura con la loro calda accoglienza. Eravamo ancora in pochi, ma a distanza di una decina di minuti la sala d’aspetto si riempì di zainetti gialli, facce allegre e genitori preoccupati, si cominciarono a formare i primi gruppetti, io per prima parlando con altre tre ragazze, esclusi il resto del mondo. Tempo di salutare i miei e mi dissi che non era il caso di ripetere lo stesso errore, volevo un gruppo abbastanza grande in cui non mancassero certo le possibilità di divertirsi. Il viaggio in aereo fu tranquillo e comunque allargai il cerchio delle persone che mi stavano attorno, ma il vero ingrediente segreto di quella che è stata una vacanza stupenda si è mescolato al resto: all’aeroporto di Milano ci aspettavano 5 ore di attesa. Quelle 5 ore volarono, subito facemmo gruppo, tutti intendo dire. Normalmente c’era ancora una distinzione tra noi ragazze e i ragazzi, ma anche questa ben presto si risolse con successo. Avevo raggiunto il mio obiettivo. Mi sentivo bene, a mio agio, come se conoscessi quelle persone da chissà quanto tempo… allora capii che mi aspettavano i 15 giorni più belli della mia vita… e così è stato. Devo ringraziare per questo l’INPADAP, la Società San Marino Tourservice, i mitici 32 del gruppo di Napoli, il mio gruppo, in cui mi sentivo bene, benissimo, e infine anche la University of Wales, Lampeter perché, nonostante non offrisse tutti i confort cui magari ero abituata, mi ha permesso di vivere un’esperienza unica.
NON DIIMENTICHERO’ MAI NULLA DI QUEI 15 GIORNI… NULLA… e credo che le prove siano tutte le lacrime versate all’aeroporto al momento del ritorno, questa lettera e il fatto che ancora oggi, a distanza di quasi 2 anni mi ricordo di tutto quello che abbiamo vissuto come se fosse accaduto qualche ora fa e ancora MI MANCA TUTTO!!