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Londra vissuta dagli Italiani ...

L'esperienza di Massimo Romano

18 volte Londra!

La mia storia con Londra inizia nel 1986 da studente del Thames Polytechnic a Dartford, poche miglia ad est della capitale inglese. Era una vacanza studio dove ho avuto il mio incontro con la realtà britannica. E' stata una bella esperienza ma breve e con qualche escursione a Londra e dintorni e lezioni di inglese al mattino.

Successivamente, non ho frequentato più la Gran Bretagna per ben 20 anni, quando mi si  prospettò la possibilità, nel 2006, di raggiungere mia cugina di Roma, medico, nella capitale inglese per un fine settimana. Allora vivevo a Varese e pensai tra me e me, perché non andare a vedere se è Amore, quello vero oppure una semplice infatuazione come la prima volta. Anche mia cugina, architetto di Napoli, che ha vissuto a Londra per qualche tempo, ha contribuito a farmi crescere un sentimento positivo per la città cosmopolita portandomi un po’ in giro.

Da allora mi sono recato a Londra varie volte perché, letteralmente, dipendevo dal ritmo frenetico della metropoli britannica, dalle svariate occasioni di divertimento, dalle molteplici iniziative culturali, dai tanti musei i quali fungevano da formidali attrattori turistici su di me. Ogni volta che potevo, nei weekend lasciavo la tranquilla Varese per imbarcarmi dall'areoporto di Milano Malpensa e in un ora e venti minuti già ero all'aerostazione di Gatwick.

L'immagine che avevo della città, vista di sfuggita da ragazzo, proveniente con il treno da Dartford e in arrivo alla stazione di Charing Cross, si amplificava sempre più nella mia mente ed i ricordi della prima volta di visita nella città assumevano via via contorni più precisi. Le mille luci sfavillanti di Picadilly Circus mi colpivano, le centinaia di occasioni di divertimento mi elettrizzavano, i tipici pub londinesi sparsi in giro per la città facevano il resto, la possibilità di conoscere nuove persone e parlare con loro inlgese mi stimolava. Insomma, sia vista con amici sia da solo, Londra rappresenta per me il paese della cuccagna.

Dal 2006 al 2020 non c'è stato anno - weekend breve o brevissimo,  settimana intera o estate - che io non abbia frequentato la metropoli cosmopolita che imparavo a conoscere ogni volta di più ed alla quale irrimediabilmente mi affezionavo. E' mia fermissima convinzione che i docenti di inglese come me - anche se in quegli anni insegnavo tedesco - debbano, se hanno la possibilità, necessariamente recarsi nei Paesi di lingua inglese, e, preferibilmente in Gran Bretagna al fine di migliorare quello che viene definito il Queen English. O in alternativa, ascoltare incessantemente film, telefilm o serie in lingua inglese. Tanta curiosità,  entusiasmo, studio incessante della materia che si insegna deve essere la stella polare dalla quale non bisognerebbe discostarsi mai: il tutto con il fine esclusivo di trasferire questa elettrizzante e splendida esperienza agli alunni. E' ovvio che ci deve essere anche una buona dose di considerazione, rispetto e voglia di conoscere la cultura, le tradizioni, anche culinarie, del Paese che si visita.

Descrivere Londra in queste poche righe è cosa ardua. Tuttavia, la netta sensazione che ho avuto in questo mio peregrinare per le strade cittadine è la grandezza, imponenza, maestosità,  spendore di chiese, edifici storici, parchi reali e strade. Io ho visto in Londra la capitale di un Impero sterminato la cui eredità è ancora ben visibile. Uno slogan su tutti mi ha colpito ed è scritto sui cancelli di entrata di ogni parco: Dieu et mon droit. La dimostrazione che i sovrani della Gran Bretagna hanno avuto per molto tempo il mondo a loro disposizione. Mi ha colpito inoltre la civiltà dei britannici intesa come cultura del bene di tutti cittadini e sforzo comune per il benessere generale: nella terra d'Albione ogni singola persona collabora alla grandezza della propria nazione per l'interesse generale dell'intera nazione. Ed ogni deviazione dal perseguimento del bene comune viene sanzionato severamente e senza sconti.

Confesso che non ho un quartiere preferito perchè amo tutti gli antichi villaggi della romana Londinium. Tra i miei luoghi dell'anima in città annovero  il South Bank Side, dove ha sede il Globe Theatre e, per un entusiasta di William Shakespeare come me, assistere a commedie, tragedie e drammi storici portati in scena dal 23 aprile ai primi giorni di ottobre di ogni anno, è il massimo. Mi affascina il quartiere di Bloomsbury, sede delle riunioni del Bloomsbury Group, il gruppo di intellettuali tra cui spicca Virginia Woolf ma anche Edward Morgan Forster. Per una persona cresciuta al mare, Greenwich rappresenta più di un villaggio pittoresco: esso rappresenta una delle anime più autentiche di Londra. Infine, il West End rappresenta la vera e propria addiciton per la vasta gamma di attività ludiche da intraprendere. Dimenticavo...che dire di Camden Town...quartiere eccentrico ed originale come la sua famosa ed indimenticata residente Amy Winehouse, prematuramente scomparsa nel 2011.

Io continuerò a recarmi a Londra perchè, oltre ad essere un mio preciso interesse di lavoro, è anche un'attività del tempo libero che non vedo l'ora di tornare a praticare. Vedere Londra serve ad aprire la mente e a conoscere, comprendere ed accogliere nuove culture ... serve a Vivere come per ogni grande città del mondo.

Viaggiare è l'unico antidoto per sbarazzarsi del virus del preguidizio e del razzismo.

SI

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